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12 il morgante maggiore.

54 Quando il Soldano il romore ha sentito,
     Subito disse: Quel ch’io mi pensai
     Sarà pur vero al fin, ch’io son tradito
     Dal re Gostanzo, com’io dubitai.
     Vede già il popol tutto sbigottito,
     Di questo caso dubitava assai:
     Pur si fe innanzi, e con la spada in mano
     Va confortando ogni suo capitano.

55 Orlando or qua or là si scaglia e getta,
     E dove e’ vede la gente calcata,
     Subito si metteva in quella stretta,
     E colla spada l’aveva allargata;
     E tristo a quel che Durlindana aspetta,
     Chè gli facea sentir s’ella è affilata:
     Quanti ne giugne, riscontra, o rintoppa,
     Faceva a tutti la barba di stoppa.5

56 Or diciam di Rinaldo, ch’è già presso
     Al campo, e vede quel rabbaruffato
     Per la battaglia, e dice fra sè stesso:
     O Ricciardetto mio, tu se’ spacciato;
     Ove è, Soldan, quel che tu m’hai promesso?
     Poi disse al Veglio: Io son suto ingannato,
     Io veggo segno assai tristo di questo;
     Però quanto possiam corriam là presto.

57 Furno in un tratto nella zuffa questi:
     Rinaldo non sapea quel ch’abbi a farsi:
     Un Saracin pregò che manifesti
     Per che cagione il campo abbi azzuffarsi.
     Colui rispose: Il Soldan ci ha richiesti
     Per due baron che doven giustiziarsi;
     Il re Gostanzo non vuol che gli uccida,
     Per questo il campo sol combatte e grida.

58 Intanto Spinellon, ch’era caduto
     D’un colpo che gli avea dato il gigante,
     Vede Rinaldo ch’è sopravvenuto,
     E che del caso pareva ignorante;
     Disse: Baron, come tu hai saputo,
     Vedi che va sozzopra qua Levante
     Per due cristian, che il gran Soldano a torto
     Volea ch’ognun di lor fussi oggi morto.