144 Ed ordinorno in su quattro destrieri
Un cataletto, dove porton quello,
Ed a Parigi van con Aldighieri:
Il padre suo sì tristo e tapinello
Lo fa portare innanzi allo imperieri,
E tutto il popol corre là a vedello:
Dicea Gherardo innanzi a Carlo Mano:
Questo è Aldighier, ch’ucciso m’ha il tuo Gano.
145 Quivi piangeva amaramente Carlo,
Quivi piangeva tutta la sua corte;
Quivi Gherardo ignun può consolarlo,
Quivi si duole ognun della sua morte:
Quivi pur Gano ognun volea squartarlo,
Quivi bestemmia alcun sì crudel sorte:
Quivi l’essequie s’ordina e ’l mortoro,
Quivi veniva tutto il concestoro.
146 Quivi Aldighier nel triunfal palagio
Di porpora coperto è riccamente,
Di drappi d’oro ornati di doagio:
Calavrion questa novella sente
Subito in campo, e ’l fratello Archilagio,
E molto fu di tal caso dolente;
Perch’e’ sapea della sua gagliardia,
Ché l’avea conosciuto in Pagania.
147 E non sapeva che ’l Veglio uccidessi:
Amava questo assai già per antico;
Ma che dich’io? quando ben lo sapessi,
Le virtù l’ama a forza ogni nimico:
E scrisse a Carlo Man, che gli piacessi,
Per vedere Aldighier morto suo amico,
Conceder la venuta e la partita,
Però ch’amato assai l’aveva in vita.
148 Carlo rispose molto grazioso,
Che tutto il campo e lui libero vegna,
Come degno signor, magno e famoso,
In cui molta eccellenzia sa che regna.
Calavrion con volto assai doglioso,
Con certi principal della sua insegna,
Ed Archilagio suo tanto stimato,
Venne a Parigi, e fu molto onorato.