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316 il morgante maggiore.

9 E disse: O Guottibuoffi, egli è venuto
     L’ultimo dì per la gloria di Carlo;
     E ’l conte nostro non t’ha mai creduto,
     Che si voleva il campo rafforzarlo:
     Questo è Marsilio traditore astuto,
     Che a tradimento viene a ritrovarlo;
     Però che segno di pace non parmi,
     Ch’io veggo a tutti rilucer qua l’armi.

10 Or son le profezie di Malagigi
     Adempiute per sempre a questa volta:
     Io sento insin di qua tremar Parigi:
     O Ganellon, tu hai pur fatto colta,
     E ristorato Carlo de’ servigi.
     E detto questo, al caval dette volta
     E scese presto gualoppando il monte,
     E ritornò dove lasciato ha il Conte.

11 Aveva Orlando strana fantasia
     Quella mattina; e veggendo venire
     Ulivier che correva tuttavia,
     Gridò da lungi: Questo che vuol dire?
     Disse Ulivier: Mal, per la fede mia;
     Non mi volesti iersera appena udire:
     Marsilio è qua che t’arreca il tributo
     Con l’arme; e ’l mondo è con seco venuto.

12 Tutti i baroni a Orlando d’intorno
     Furno in un tratto, ed ognun confortava
     Che si dovessi sonar presto il corno:
     Orlando presto in sul caval montava
     E Sansonetto, e in sul monte n’andorno:
     E come e’ giunse, d’intorno guardava,
     E ben cognobbe che Marsilio viene
     Per dar tributo di future pene.

13 E poi si volse inverso Roncisvalle,
     E pianse la sua gente dolorosa,
     E disse: O trista, o infortunata valle,
     Oggi sarai per sempre sanguinosa!
     Quivi eran molti già intorno alle spalle,
     E tutti consigliavano una cosa,
     Da poi che pure il caso è qui transcorso,
     Che si chiamassi col corno soccorso.