39 Io veggo un nuvoletto in aria, un nembo,
Che certo vien per voi di paradiso;
E già di Micael si scuopre un lembo,
Tal ch’io non posso contemplarlo fiso:
Parmi vedervi giubilare in grembo
Di quello Amor che tutto applaude in riso,
Come que’ padri giù nel sen d’Abramo,
E che tutti già in ciel felici siamo.
40 Però vi do la mia benedizione;
E come tutti assolverà Turpino,
è fatta in ciel la nostra assoluzione.
E detto questo, pigliò Vegliantino,
E saltò della terra in su l’arcione,
E disse: Andianne al popol saracino.
E pianse in sul cavallo amaramente,
Quando e’ rivide tutta la sua gente.
41 E disse un’altra volta: O dolorosa
Valle, che presto i nostri casi avversi
Faran per molti secoli famosa,
Tanto sangue convien sopra te versi,
Tu sarai ricordata in rima e in prosa;
Ma se preghi mortal mai giusti fersi,
Virgine, i servi tuoi ti raccomando,
E non guardare al peccatore Orlando.
42 Intanto l’arcivescovo segnava,
E tutta quella gente benedisse;
E dice: Io vi perdono; e confortava,
Ch’ognun pel suo Gesù lieto morisse.
Così piangendo l’un l’altro abbracciava,
E poi la lancia alla coscia si misse;
E la bandiera innanzi era di Almonte,
La qual fue acquistata in Aspramonte.
43 Ora ecco la gran ciurma de’ Pagani,
Che Falserone ha presso i suoi stendardi,
Ch’eran tutti calati giù ne’ piani,
E dicea: Questi Franciosi e Piccardi,
Quando in su’ campi saremo alle mani,
Tosto vedren se saranno gagliardi;
Oggi fia vendicato il mio figliuolo:
E minacciava il conte Orlando solo.