149 Dicea Morgante, quando gli vedea:
Saresti tu di schiatta di galletto?
Tu hai gli spron di drieto; e sorridea.
Disse Margutte: Questo è per rispetto,
Ché spesso alcun, che non se n’accorgea,
Se ne trovò ingannato, ti prometto:
Campati ho già con questi molti casi,
E molti a questa pania son rimasi.
150 Vannosi insieme ragionando il giorno:
La sera capitorno a un ostiere,
E come e’ giunson, costui domandorno:
Aresti tu da mangiare e da bere?
E págati in su l’asse, o vuoi nel forno.
L’oste rispose: E’ ci fia da godere;
E’ c'è avanzato un grosso e bel cappone.
Disse Margutte: Oh, non fia un boccone.
151 Qui si conviene avere altre vivande:
Noi siamo usati di far buona cera;
Non vedi tu costui com’egli è grande?
Cotesta è una pillola di pera.
Rispose l’oste: Mangi delle ghiande;
Che vuoi tu ch’io provegga, or ch’egli è sera?
E cominciò a parlar superbamente,
Tal che Morgante non fu paziente.
152 Comincial col battaglio a bastonare;
L’oste gridava, e non gli parea giuoco.
Disse Margutte: Lascia un poco stare,
Io vo’ per casa cercare ogni loco;
Io vidi dianzi un bufol drento entrare:
E’ ti bisogna fare, oste, un gran fuoco,
E che tu intenda a un fischiar di zufolo,
Poi in qualche modo arrostire quel bufolo.
153 Il fuoco per paura si fe tosto;
Margutte spicca di sala una stanga;
L’oste borbotta, e Margutte ha risposto:
Tu vai cercando il battaglio t’infranga;
A voler far quello animale arrosto,
Che vuoi tu tòrre un manico di vanga?
Lascia ordinare a me, se vuoi, il convito.
E finalmente il bufol fu arrostito;