42 In questo tempo il re Margheritonne
Con la sua iscimitarra non ischerza,
Ed avea seco quel gran Sirionne,
Con un baston, ch’ognun fugge alla terza:
Per che i Cristiani impauriti sonne,
Come il cane al sonaglio della sferza,
Chè si sentia le catene e le palle
Sempre quel dì sopra gli elmi sonalle.
43 Uccise questo Angiolin di Bellanda
D’una percossa, che fu sì crudele
Che il capo gli schiacciò come una ghianda,
E Marco e il suo fratel da San Michele:
Rinaldo è capitato in quella banda,
Per aiutare il suo popol fedele;
Vede costui che menava la mazza,
E molta gente crudelmente ammazza.
44 E grida: Ah, Saracin, che vuoi tu fare?
Se’ tu venuto qua con un'antenna,
Per voler nostre gente mazzicare?
Volgiti a me, chè la morte t’accenna.
Poi lasciava Frusberta scaricare,
E spezza l’elmo e truova la cotenna,
E parte il teschio e ’l collo, e passa l’omero,
E divise costui come un cocomero.
45 Margheriton con gran furor si getta
Addosso al prenze, e credette aiutallo;
Rinaldo il capo pel mezzo gli affetta,
Come si parte una noce col mallo:
Poi rovina la spada con gran fretta
E trovava la testa del cavallo;
Tanto che morto col signor suo cade,
Perchè Frusberta non taglia, anzi rade.
46 Bianciardin con gran gente venne avante,
E Galleran, Mattafirro, e Fidasso,
L’Arcaliffa famoso, e Balugante,
Brusbacca il Sire, e Malducco di Frasso,
Ed alcun capitano ed ammirante;
E cominciossi avviare un fracasso,
Che par che caggi o ruini la torre
Di Babel già, sicchè ognun quivi corre.