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354 il morgante maggiore.

42 In questo tempo il re Margheritonne
     Con la sua iscimitarra non ischerza,
     Ed avea seco quel gran Sirionne,
     Con un baston, ch’ognun fugge alla terza:
     Per che i Cristiani impauriti sonne,
     Come il cane al sonaglio della sferza,
     Chè si sentia le catene e le palle
     Sempre quel dì sopra gli elmi sonalle.

43 Uccise questo Angiolin di Bellanda
     D’una percossa, che fu sì crudele
     Che il capo gli schiacciò come una ghianda,
     E Marco e il suo fratel da San Michele:
     Rinaldo è capitato in quella banda,
     Per aiutare il suo popol fedele;
     Vede costui che menava la mazza,
     E molta gente crudelmente ammazza.

44 E grida: Ah, Saracin, che vuoi tu fare?
     Se’ tu venuto qua con un'antenna,
     Per voler nostre gente mazzicare?
     Volgiti a me, chè la morte t’accenna.
     Poi lasciava Frusberta scaricare,
     E spezza l’elmo e truova la cotenna,
     E parte il teschio e ’l collo, e passa l’omero,
     E divise costui come un cocomero.

45 Margheriton con gran furor si getta
     Addosso al prenze, e credette aiutallo;
     Rinaldo il capo pel mezzo gli affetta,
     Come si parte una noce col mallo:
     Poi rovina la spada con gran fretta
     E trovava la testa del cavallo;
     Tanto che morto col signor suo cade,
     Perchè Frusberta non taglia, anzi rade.

46 Bianciardin con gran gente venne avante,
     E Galleran, Mattafirro, e Fidasso,
     L’Arcaliffa famoso, e Balugante,
     Brusbacca il Sire, e Malducco di Frasso,
     Ed alcun capitano ed ammirante;
     E cominciossi avviare un fracasso,
     Che par che caggi o ruini la torre
     Di Babel già, sicchè ognun quivi corre.