182 L’Arcaliffa ribaldo di Baldacco
Uccise Ulivier nostro a tradimento,
E prima fe’ della tua gente un macco,
Tanto che molto ci dette spavento;
Riccardo cadde morto per istracco,
Ottone e Guottibuoffi ognun è spento,
Marco e Matteo del Monte a San Michele
Non fu battaglia mai tanto crudele.
183 E Baldovin con certa sopravvesta
Oggi pel campo combatteva forte,
E come e’ si cavò di dosso questa,
Da un Pagan gli fu dato la morte;
Ch’Orlando trasse l’elmetto di testa
A quel figliuol del Veglio, Buiaforte,
E intese appunto come il fatto era ito,
E come Gan fu quel ch’avea tradito.
184 Turpin, Rinaldo e Ricciardetto solo
Campati son di tutta la tua gente;
Il resto è tutto morto dello stuolo,
E in Roncisvalle gli lasciai al presente;
Però ch’io son venuto quasi a volo
Per recarti novella sì dolente:
Poi che stato non v’è per mio dolore
Oggi una lancia che mi passi il core;
185 Da poi ch’io ho perduto il signor mio:
Tanto è, che più il tuo Gan non puoi scusarlo;
E commettesti un gran peccato e rio,
Quando a Marsilio lo mandasti, Carlo;
E se tu vuoi placar nel cielo Iddio,
Fàllo squartar; ma mentre ch’io ti parlo,
Sappi ch’io sento della morte il gielo.
Disse Terigi, e poi se n’andò in cielo.
186 Carlo, ascoltata la trista novella,
E Terigi vedendo a suo’ pié morto,
Per gran dolor fu per cader di sella;
E disse: Ignun non mi dia più conforto.
O battaglia per me crudele e fella!
O re Marsilio, tu m’hai fatto torto,
Ch’io avea fatto, come imperatore,
Pace con teco con sincero core.