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78 il morgante maggiore.

167 Quivi fecion consiglio di pigliare
     La città, poi che Morgante è venuto:
     Comincion la battaglia apparecchiare,
     Ed ogni cosa che fanno è veduto:
     Que’ della terra cominciono armare
     Le mura, ed ordinar quel ch’è dovuto.
     E cominciossi una fiera battaglia,
     E per due ore durò la puntaglia.

168 Morgante pur verso la porta andava,
     Ch’era tutta di ferro e molto forte;
     I Saracini ognun forte gittava
     E sassi e dardi, per dargli la morte:
     Ma ’l fer gigante tanto s’accostava,
     Che col battaglio bussava le porte;
     Ma non poteva spezzarle a gnun modo,
     Benchè questo battaglio è duro e sodo.

169 Più e più volte percuote e martella;
     Ma poi che vide che poco valeva,
     E’ s’appiccava a una campanella
     E con gran forza la porta scoteva;
     Ma i sassi gl’intronavan le cervella,
     Che in sul cappel di sopra gli pioveva:
     E sente or questo or quell’altro percuotere;
     Allor più forte cominciava a scuotere.

170 Era una torre di mura sì grossa
     Sopra la porta, ch’un gran pezzo resse;
     Ma quando e’ dava Morgante una scossa,
     Non è tremuoto che tanto scotesse:
     Tanto che l’ha tutta intronata e mossa,
     E finalmente in più parte si fesse,
     Ch’era tenuta cosa inespugnabile,
     E parve a tutti sua forza mirabile.

171 Orlando stupefatto era a vedello
     Alcuna volta sue forze raccorre,
     Ch’arebbe fatto cader Mongibello;
     E dette un tratto una scossa alla torre,
     Che mai Sanson non la diè come quello;
     E ’l campo tutto a veder questo corre,
     E fella rovinar giù d’alto in basso,
     Nè mai non si sentì sì gran fracasso;