167 Quivi fecion consiglio di pigliare
La città, poi che Morgante è venuto:
Comincion la battaglia apparecchiare,
Ed ogni cosa che fanno è veduto:
Que’ della terra cominciono armare
Le mura, ed ordinar quel ch’è dovuto.
E cominciossi una fiera battaglia,
E per due ore durò la puntaglia.
168 Morgante pur verso la porta andava,
Ch’era tutta di ferro e molto forte;
I Saracini ognun forte gittava
E sassi e dardi, per dargli la morte:
Ma ’l fer gigante tanto s’accostava,
Che col battaglio bussava le porte;
Ma non poteva spezzarle a gnun modo,
Benchè questo battaglio è duro e sodo.
169 Più e più volte percuote e martella;
Ma poi che vide che poco valeva,
E’ s’appiccava a una campanella
E con gran forza la porta scoteva;
Ma i sassi gl’intronavan le cervella,
Che in sul cappel di sopra gli pioveva:
E sente or questo or quell’altro percuotere;
Allor più forte cominciava a scuotere.
170 Era una torre di mura sì grossa
Sopra la porta, ch’un gran pezzo resse;
Ma quando e’ dava Morgante una scossa,
Non è tremuoto che tanto scotesse:
Tanto che l’ha tutta intronata e mossa,
E finalmente in più parte si fesse,
Ch’era tenuta cosa inespugnabile,
E parve a tutti sua forza mirabile.
171 Orlando stupefatto era a vedello
Alcuna volta sue forze raccorre,
Ch’arebbe fatto cader Mongibello;
E dette un tratto una scossa alla torre,
Che mai Sanson non la diè come quello;
E ’l campo tutto a veder questo corre,
E fella rovinar giù d’alto in basso,
Nè mai non si sentì sì gran fracasso;