Pagina:Puskin - Racconti poetici, 1856.djvu/109

Da Wikisource.
68 la fontana di bakcisarai.

del suo amichevole consorzio. Non sei complice della sua perfidia; non sei partecipe del suo tradimento, io lo so; quindi ascoltami.... io son bella; tu sola in tutto l’harem, potresti gareggiar meco; ma io son nata alle passioni, mentre tu non puoi amare come amo io; perchè, dunque o fredda vergine, martiri un debol cuore? Non mi contender Ghirei: egli è mio; le sue carezze mi ardono come fiamma; egli s’unì a me con solenne giuramento; da gran tempo, egli ed io, non abbiam che un consiglio, che un pensiero. La sua infedeltà mi uccide.... io piango!... io sto ginocchione innanzi a te. Io ti supplico, non osando accusarti.... ah rendimi la gioia e la pace; rendimi il mio Ghirei, qual era prima.... Non replicar parola.... egli è mio; egli delira per te.... rispingilo, disgustalo col disprezzo, coi prieghi, colle lacrime.... con quel che vorrai; giurami.... sebben io ora adori il Corano, crebbi nella tua fede, che era la fede di mia madre.... giurami per il tuo Dio, che riconcilierai Zarema con Ghirei.... Ma senti.... se io dovessi!... ricordati ch’io nacqui a piè del Caucaso, e so adoprare lo stiletto.”

Disse e sparve. La principessa non ardì seguirla. L’innocente giovinetta ode per la prima volta il linguaggio delle passioni tormentose, l’ode con maraviglia e con spavento. — Che lacrime, che preghiere potranno salvarla dall’opprobrio? Che sorte la minaccia? Passerà essa i suoi giorni in quella vergognosa condizione? Se Ghirei potesse dimenticarla per sempre nel di lei longinquo carcere, o se volesse troncare innanzi tempo il sottile stame della di lei vita! Con che giubilo Maria abbandonerebbe questa valle di dolore! Le sue ore di beatitudine svani-