Pagina:Puskin - Racconti poetici, 1856.djvu/110

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la fontana di bakcisarai. 69

rono e non torneranno più! Che farebbe essa nel deserto di questo mondo? È tempo di partire; Maria è aspettata in cielo, nel seno della calma e del sorriso eterno.

Alcuni giorni passano. Maria è spenta. L’orfanella è sparita in un momento; novello angelo di Dio, essa splende ora nel tanto sospirato paradiso. Chi la precipitò nel sepolcro? Forse il rammarico della sua disperata prigionia o qualche altro dolore?... Nessuno può dirlo. — Solo è certo che la gentil Maria cessò di vivere. — L’orrendo serraglio è vuoto. Ghirei l’ha derelitto, e alla testa d’una turma di Tartari egli ha invaso una terra vicina. Spietato, sitibondo di sangue come prima, s’abbandona di nuovo al turbine della guerra, ma serba aperta nel cuore la piaga d’un amore insanabile; spesse volte in mezzo alla battaglia, il suo brando alzato per ferire, a un tratto s’arresta; Ghirei volge gli occhi intorno sbalordito e attonito, impallidisce come côlto da subito terrore, susurra alcune parole indistinte, e versa un torrente d’amare lacrime.

Ghirei sdegna e dimentica il suo harem; le sue donne sventurate invecchiano e languono in quelle triste soglie sotto la custodia dell’eunuco. La Georgiana più non trovasi in mezzo ad esse; già da un pezzo le guardie del Khan la sommersero nell’abisso delle onde. Nella notte in cui morì la principessa finirono gli strazi della di lei gelosa rivale. Qualunque fosse la colpa della bella Georgiana, atroce, immane fu il castigo.

Dopo che Ghirei ebbe messo a ferro e a fuoco le circostanti valli del Caucaso e le tranquille cam-