Pagina:Raccolta di proverbi bergamaschi.djvu/82

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La matina l’è la màder di mestérLa mattina è la madre dei mestieri. Questo proverbio è degno di accompagnarsi al tedesco: Morgenstunde hat Gold in Munde, che significa: L’ora mattutina ha l’oro in bocca. I Veneti dicono come noi: La matina xe la mare dei mistieri, ed anche dicono: La matina xe la mare dei fati; I fati de la matina impina (riempiono) la manina.
La nòć l’è facia per i lóc, o per i sgrignàpoleLa notte è fatta per gli allocchi, o per i pipistrelli — Cani, lupi e bôtte, vanno fuori di notte (Tosc.); Stà sul fuoco quando è sera, a grattar la sonagliera, se aver vuoi la pelle intera. Il prov. tedesco dice che la notte non è amica dell’uomo: Die Nacht ist keines Menschen Freund.


GIOVENTÙ, VECCHIEZZA.


A gni eć as’ deenta sćèćInvecchiando si rinfanciullisce — e
De sèt agn a sè pötèi, de setanta s’è a’ mò queiA sette anni si è puttelli, a settanta si è ancor quelli. Bis pueri senes, dicevano i Latini; ed il Saccenti scrisse:

               Col venir dell’età si acquista molto.
               Ma dal cinquanta in là si torna dietro,
               E quel che si acquistò ci vien ritolto.

Al mör piò agnei a Pasqua che pégore ’n töt l’anMuoiono più agnelli a Pasqua che pecore in tutto l’anno — Questo proverbio, che ci ricorda anche l’antico uso di mangiare l’agnello pasquale, corrisponde all’altro:
Al va a la becarća piò tance edèi che mansAl macello van più vitelli che manzi.