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colo materiali agiografici per la continuazione al Bollando, chiese
intorno agli Atti di san Lavorio talune notizio e schiarimenti,
che, in forma di quesiti, il Ramaglia riferisce testualmente nelle
suo Memorie, e che io credo non inutile, allo scopo del mio lavoro,
di ripeterli qui alquanto sommariamente in questo parole: —
< 1° Se, apud Marsicanos, esistevano relique del santo; 2° in quale
giorno si solennizzava la festa; 3° con qual rito, o se con officio
particolare; 4° An de ejus vita et gestis nihil supersit, frrcetcr ea
quee habuit Ughéfflus; 5° Urule (turire potuit scriptor seccali Xll,
qwe traderei de martgre in principio seccali IV?; 6° Quia satis
digerere possit nos Adontai principiavi: In tliebas Costantini imperatori}ì,
dwn fttror ejus.... Christi famulos laniarel?»
A questi dubbii tolse il compito di rispondere (come attesta
il Ramaglia) quel Carlo Danio, che fu dotto uomo c degno arciprete
della sua chiesa e fu per varii titoli benemerito della storia
e della civiltà di Saponara: ma morto il colse nel 1737, o non
potò assolvere il compito. Da cotesti dubbii tolsero intonazione, a
mio credere, gli scrittori saponaresi che ho sopra indicati.
Il Roselli, adunque, intorno alla negata persecuzione di Costantino
risponde nella sua Storia con ripetere (so bene ho capito)
il concetto di Matteo Egizio, il quale scrisse: < Convien credere
che nel mese di novembre, nel quale patì il santo (san Laverio,
cioò, addì 17 novembro «lei 312), non fosse ancora giunto in Lucania
l’editto di Costantino a pro dei cristiani; e che la cosa
(cioò la persecuziono al santo) fosse accaduta per rabbia del
magistrato ¡stesso «Iella colonia (di Grumento).» — (Egizio, Serie
deglImperatori romani, npud Roselli, Op. cit., pag. 88.) Risposta
cho a capello risponde poco. L’editto costantiniano di tolleranza
ò del 313, o non poteva giungerò in Lucania cinque mesi prima
di sua pubblicazione, cioò nel novembre dell’anno innanzi! — Ad
ogni modo, gli é errore scusabile, dice il Roselli. — Sì certo, scusabile
per uno scrittore del XII secolo; o noi assolviamo di leggieri
il diacono Roberto.
(*) Agrippa Praefectus ejus. — Sarebbe il magistrato supremo della Lucania nell’anno 312 dopo Cristo. Nessun altro monumento è noto che faccia cenno di cotesto nome. Quanto al titolo, era da dirsi piuttosto Correttore che Prefetto. Si sa da Vopisco o da altri, che Aureliano imperatore (266-275 d. C.) Tetricum trinai