bre 1802 essi (suipplito il sindaco dal suo primo aggiunto)
a’ 13 di novembre del 1802 rompevano i suggelli, entravano
nel locale della biblioteca, con la biblioteca vi
trovavano l’archivio in separato scaffale di 75 cassettoni
ripieni di documenti in carta e in pergamena, e ne
redigevano un sommario, grossolano {s’è visto) inventario descrittivo, che estendevano poi ai libri stampati e manoscritti della biblioteca, come avevano,già fatto agli
effetti della chiesa, della cripta e della sacristia, e risugellavano. Dietro nuova delegazione de’ 14 gennaio 1803
i medesimi signori, insieme al Ricevitore delle imposte e d’intelligenza con lui (magro augurio di procedimenti più scientifici), a’ 6 di maggio dell’istesso anno tornano
alla biblioteca del convento, e procedono all’inventario estimativo di tutta e sola la supellettile in essa contenuta, i rimanenti effetti del convento essendo riservati
all’uso, non si dice alla proprietà, della parrocchia. Ma qui entrano in scena due altri personaggi: il cittadino
Calvi Istitutore (si voleva certamente dire maestro del comune) e il cittadino Giovan Battista Majolo falegname, perchè guidassero gli altri (pour nous guider) nella redazione dell’inventario; e si capisce che l’istitutore doveva
servire di guida pel materiale librario e diplomatico, l’altro, il falegname, pel materiale,.. lignario.
Dopo tre ore spese nell’esaminare (scrupoloso esame, si dice) i libri, tenuto conto della località, delle circostanze, dello stato delle cose, tutto quanto il materiale
lignario riesce valutato la somma complessiva di franchi quarantotto, e il materiale librario, seicento e sedici volumi, franchi cinquanta, il prezzo del peso di carta, come
onestamente è confessato; dopo di che i due valen-