Pagina:Regola di S. Agostino per le monache di Santa Caterina della rosa.djvu/49

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46 DeH’Ordinariocibo. Cap.XlI. aon vcnghi per debolezza a mancare, ne lo Ipirito fia aggra» uato sì che non polla far l’vfficìo fuo. Venuta adunque l’hora del mangiare j & dato l’vltimo fe- gno, tutte le forelle vadino al Refettorio, non per dar’ al cor- •■pò diletto, ò gulto > ma folo per dargli il cibo neceflario per -mantenerlo nel fanto feruitio di Dio . Fatta la benedittione, fedano tutte a fuoi luoghi, nè comincino a mangiare, che_, prima non fia cominciata la lettione, &c la Madre Priora, o lei aliente, chi farà in fuo luogo non habbia dato fegno di cominciare . Mentre fi mangia, non li parli in alcuna maniera, ma con attcntione fi aicolti la lettione, la quale durerà mentre dura il mangiare, acciochc non folo il corpo , ma la mente ancora habbia il fuo nutrimento. Non fia alcuna che con gli occhi fiia vagando per vedere cièche dinanzi hanno le altre , m&_, con rendimento di grafie attenda ogniuna a rcficiarlì di quello chc per mezzo della fanta obedienza le.hauerà ii Signor proueduto. Attendino ancora tutte a reficiarfi fòbriamente, dicendo S. Girolamo : la Gola horrida lceleraggine, madre della luflu- ria, &c carnefice della callità , non habbia alcun luogo con le ancille del Signore. Finita la refettione, tutte vadino in Cho-' ro a pender g>*atie al Signore >,5c a pregare per i Benefattori,Se malilmeper i defouti. DE VESTIMENTI Capitolo Decimoterzo. COnuiene alle Monache fèrue, Se fpofe di GIESVChri- fto di eflère nello interiore dell’anima ben veftite, & adornate-di ogni virtù, poco ò nulla curandoli di bellezza, ò delicatezza negli efteriori veftimenti, quali deuono defidera- re,