Pagina:Regola di S. Agostino per le monache di Santa Caterina della rosa.djvu/9

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lo, venendo al Monasterio, si usa cortesia di dargli qualche cibo delicato, ò qualche vestimento più gentile, che all’altre, che sono più forti, e perciò più felici, non si suol dare; devono pensare quelle, alle quali ciò non si concede, quanto quelle altre siano calate dalla vita del Secolo, à quella della Religione, ancorche non siano potute arrivare alla vita commune dell’altre, che sono più robuste loro: nè devono voler tutto quello, che vedono in alcune poche, perche ciò non si fà per honorarle, mà per compassione, che se gli hà, acciò non nasca quell’abominevole inconveniente, che nel Monasterio le ricche stentino, e patischino al possibile, e le povere diventino delicate.

E nel vero siccome l’Inferme nelle lor malatie è necessario, che prendino poco cibo per non gravarsi, così doppo l’infermità si devono trattare in maniera tale, che possino quanto prima recuperar le forze loro: ancorche siano venute alla Religione da basso, e povero stato del secolo, come che ciò si conceda à loro, per il rispetto della fresca infermità, che alle ricche per esserci prima avezze. Ma subito che haveranno recuperate le forze, ritornino alla lor più felice vita di prima, che alle serve di Dio tanto più è aconveniente, quanto che meno hanno di bisogno, acciò quelle inferme, alle quali per il poco cibo se gli alleggeriva il male, il troppo gusto del mangiare non egli venghi à nuocere. Perche in vero quelle Religiose stimar si devono più ricche, che nel sopportar la sobrietà sono più forti. Imperoche è molto meglio haver bisogno di poche cose, che haverne di molte.

Non sia l’habito, e vestir vostro fuori dell’ordinario, nè v’industriate di piacer più ad altrui con le belle vesti, che con i santi costumi.

Nel camminare, nello stare, nel vestire, & in ciascun mo-


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