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Camera dei Deputati — 54 — Senato della Repubblica


ix legislatura — disegni di legge e relazioni — documenti



zione tentata di avocazione di poteri statuali, nella quale va individuata la maggior ragione di pericolo di tali forme associative per la collettività. Analogamente la Loggia P2 sperimentava nei confronti di coloro che venivano individuati come elementi utili per l’organizzazione, quando recalcitranti, forme di pressione delle quali sono testimonianza, ad esempio, l’esperienza dell’onorevole Cicchitto, che ha denunciato di essersi iscritto dopo una persistente opera di pressione intimidatoria e le denunce degli ufficiali subalterni, sopra ricordate.

La valutazione della responsabilità degli iscritti va poi riportata, secondo quanto ha osservato il Commissario Battaglia, al momento di appartenenza alla Loggia P2 distinguendo tra coloro che ad essa appartenevano prima dell’ingresso di Licio Gelli nell’organizzazione e coloro che ad essa hanno aderito durante il periodo della gestione gelliana, con particolare riferimento alla seconda fase caratterizzata dalla sostanziale emancipazione dalle strutture massoniche che funzionavano oramai da semplice copertura formale.

Contrariamente a quanto sostenuto dagli iscritti in sede di esami testimoniali, lo studio delle vicende del rapporto tra la loggia e le istituzioni massoniche che ad essa avevano dato vita, consente di affermare che chi si affiliava alla Loggia P2 intendeva, soprattutto nel secondo periodo di sviluppo, accedere piuttosto che alla massoneria, per l’appunto all’organizzazione guidata da Licio Gelli.

In questo senso, come abbiamo affermato che Gelli era un massone atipico, cosÌ è dato osservare che gli affiliati alla Loggia P2 sono anch’essi massoni atipici tra i quali è dato distinguere una varia articolazione di individui che va da veri e propri massoni ovvero da coloro che accedevano alla massoneria, accettandone per altro le peculiarità organizzative della copertura — ed erano questi coloro che appartengono alla loggia prima dell’arrivo di Licio Gelli — a coloro che entrano nella Loggia P2 sotto l’egida della gestione gelliana e che hanno un rapporto con l’istituzione massonica via via più labile, secondo la rilevata progressiva emancipazione della loggia.

Questa valutazione che ci si ritiene in dovere di fornire sul comportamento degli iscritti attiene alla valutazione politica, propria come tale della Commissione ed alla quale la Commissione è doverosamente tenuta, ed in nulla interferisce sulle deliberazioni che verranno prese in proposito dai tribunali civili e militari, i quali sono tenuti, nella loro sovrana prerogativa giudiziania, ad assumere criteri di giudizio di diversa natura e di diverse conseguenze.

La Commissione, giunta al termine dei suoi lavori, ritiene per altro doveroso affermare, con riferimento all’elemento della posizione personale degli iscritti, che non ci si può sottrarre all’impressione, ricavabile soprattutto dal contesto delle audizioni effettuate, che l’elemento della scarsa affidabilità e la approssimativa deontologia di comportamento di molti affiliati abbiano giocato un ruolo determinante nella creazione del sistema di potere gelliano. In questo senso la storia della Loggia P2 è una storia di uomini sbagliati — una categoria del costume l’ha definita il Commissario Mora — di uomini che non hanno risposto alla fiducia che in loro veniva ripo-