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ricordi di londra. 45

volta un turbamento colpevole, e feci una faccia che un che m’avesse veduto in quel punto, avrebbe gridato: — Arrestatelo! — Quel sentimento, a diciott’anni, non l’avrei provato! A quell’età non si dà pensiero di non esser ricchi. La gioventù, come disse un grande poeta, è un aspettare misterioso, e fra le mille cose che si aspettano nell’avvenire indeterminato e lontano, vi è anche quello di diventar ricchi. Si spera ancora vagamente La Torre di Londra. nelle eredità di parenti ignoti e nei fasci di biglietti di Banca trovati sul tavolino da notte, una sera dopo il teatro, mandati non si sa da chi. Ma ogni anno che passa, cancella una parola di queste promesse fantastiche del nostro buon genio, e allora la vista dell’oro fa pensare, e desta dei desideri malinconici: non per amor dell’ozio, ma di quella cara indipendenza che il lavoro obbligato ci toglie; ma per poter lavorare dieci anni in-