Pagina:Ricordi e documenti delle biblioteche popolari Livornesi dalla loro fondazione a tutto il 1869.djvu/18

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cile; ma se in me facevasi desiderare l’ingegno, non mancava il buon volere. Trovai allora nemici che irrisero al mio pensiero e lo chiamarono una strana utopia. Io però a costoro non detti ascolto, e fidente nella santità della impresa lottai con fermezza, perchè ben sapevo che anche le Biblioteche popolari dovevano avere, come tutte le utili istituzioni, i loro avversari. Serberò sempre dolce memoria degli aiuti e dei consigli che ebbi dall’egregio mio amico, l’Avvocato Dino Malenchini, perchè mi furono testimonianza che egli amava, al pari di me, il miglioramento del popolo. Egli mi fu un infaticabile compagno che mi rese meno difficile l’impresa.

Il Giornalismo italiano, appena avuta notizia della costituzione del Comitato, ritornò a dimostrare le sue simpatie per il nobile Istituto. Infatti la Nazione, la Gazzetta del Popolo, il Corriere Italiano, la Guida del Maestro Elementare, la Riforma delle Scuole, la Speranza, l'Educatore, il Progresso Livornese ed altri giornali approvarono con belle parole la mia impresa. Tali dimostrazioni mi dettero animo a proseguire.

Da tutte le parti della Penisola, assai più che non isperassi, vennero doni. Senatori, Deputati, Magistrati, Insegnanti, Patrizi, Operai, Scolari, furono larghi di generose offerte. Ma, benché con indicibile rapidità si fosse accresciuto il numero dei volumi, sentivo il bisogno che il nascente Istituto fosse sotto la protezione di qualche membro della Real Famiglia. Fu allora che mi rivolsi a S. A. R. il Principe Umberto, dal quale invocai ed ottenni l’alto patrocinio, per far più risaltare la importanza di questa Istituzione agli occhi dei nostri popolani. Chiesi soccorsi alla inesauribile munificenza del Re, m’indirizzai al Comune, alla Provincia, ai Ministeri. Non mai secondo a nessuno nel sovvenire a quelle istituzioni che mirano a migliorare le sorti dell’operaio, il Re nostro accolse benevolo la domanda che gli feci e ne ebbi lire dugento. Il Ministro dell’Istruzione pubblica, confortandomi con gentili parole, mi partecipava ad un tempo che con Decreto in data 4 giugno 1867 era stato assegnato uno straordinario sussidio di dugento lire alla Biblioteca popolare da me promossa. Altri Ministeri, fra’ quali quello della Guerra, degli Affari Esteri, dell’Interno, e delle Finanze; venivano a consolidare con offerte di