Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/360

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giante per vigne, e per giardini, mentre sorgono qua e là pittoricamente in cima dei monti nere torri del medio evo, chiese, e conventi. Amenissima si stende ai piedi di quelli la pianura, e si contempla sempre con nuovo piacere a diritta la catena dei monti Volsci, i quali sorgono belli e vari d’aspetto perdendosi nell’azzurro del cielo. La strada del resto sino a Ferentino sarebbe monotona, quando non valesse di quando in quando a distrarre il viaggiatore l’incontro di un gruppo di Ciociari. Ne trovai parecchi, imperocchè la via Latina serve al trasporto a Roma dei prodotti non solo di queste contrade, ma ancora di quelli dei confini napoletani, ed gli Arpinati, compaesani di Mario e di Cicerone, sogliono portare i loro bestiami sul mercato della città eterna. Incontrai parecchie comitive degli abitanti dei dintorni: carri di forma grossolana e pesante, con due ruote enormi, denominati barocci, tirati da buoi di pelame bianco dalle corna lunghissime. Alcuni di questi barocci erano carichi di sacchi di grano, altri di mercanzie, la maggior parte però di gabbie di polli, ed i campagnuoli che li guidano sbadatamente con i loro cappelli a punta, con i loro abiti di colore scarlatto, e coi loro sandali, avevano un aspetto propriamente curioso.

Giunto a Ferentino avevo speranza di potervi godere colà la società di una famiglia della città, alla quale ero stato raccomandato. Un giovane di mia conoscenza, impiegate nel tribunale di una città della Sabina dove aveva soggiornato a lungo, aveva la sua innamorata a Ferentino, e siccome questa geniale relazione si era da alcun tempo venuta raffreddando, il giovane il quale avrebbe voluto rannodarla, e non mi aveva potuto accompagnare nella mia gita, come sarebbe stato suo desiderio, mi aveva pregate di volermi incaricare della parte di Galeotto, o di messaggiere di amore; ufficio al quale mi prestai di buon grado. Mi consegnò pertanto una tenera epistola per la sua bella, raccomandandomi di consegnarla in secreto a questa, senza che se ne accorgesse un suo fratello prete.