Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/451

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tempi primitivi d’Italia, coi quali comincia la storia di Micali. «Nei primi tempi regnò in Italia Giano, quindi Saturno, il quale fuggendo dalia presenza di suo padre Giove dalla Grecia, si ricoverò nella città di Saturnia. E siccome stette in Italia nascosto (latuit) ne venne a quella regione il nome di Latinus.» Gli Arpinati sostengono positivamento, che la loro città sia stata fondata da Saturno, (imperocchè quale si è la città latina la quale non lo ripeta per fondatore?) e che ivi sia stato sepolto; in prova del chè additano ai viaggiatori presso la porta dell’Arco il così detto monumento, antico sepolcro di costruzione gigantesca, a cui danno nome di tomba di Saturno. In una iscrizione moderna della città alta, si leggono poi le parole seguenti le quali per certo non peccano di soverchia modestia «Arpinum a Saturno conditum, volscorum civitatem Romanorum Municipium Marci Tullii Ciceronis eloquentiæ principis et Caii Marii septies consulis Patriam ingredere viator; hinc ad imperium triumphalis aquila egressa, urbi totum orbem subiecit eius; dignitatem agnoscas et sospes esto. Del resto si può perdonare alquanto di vanità ad una città cotanto antica stata stanza di Taturno, e patria di Mario, e di Cicerone. Lo stemma attuale di Arpino consiste in due torri sormontata dell’aquila di Giove, e delle legioni romane, conquistatrici del mondo.

Si può ancora concedere al canuto Saturno di riposare in quella tomba colossale, ma l’ingenuità degli Arpinati varca ogni limite quando additano al forastiero la casa di Cicerone. Mi si portò in un angolo della città antica dove sorgevano una cappella ed alcune casipole, ed additandomi una specie di stalla tutta nera, addossata ad una di quelle, mi si disse «ecco la casa del famoso Cicerone.»

Mi fermai per riposarmi sulle mura ciclopiche, godendo della vista stupenda della campagna latina, che tutta si scopre da quella altura. Il monte di Sora mi apparve di là quasi una piramide d’Egitto; la città era immersa nell’ombra di questa, e si poteva tener dietro al corso del Liri, fra i monti maestosi che lo fiancheggiano. Si scorgevano di