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sentenze bibliche, ed il libro era tanto riccamente legato ed ornato, che costò all’incirca cinquecento scudi.
Tali erano le cerimonie, che secondo gli usi e le costumanze di Roma, si compivano dagli Ebrei nell’occasione della elezione dei Papi. Se nonchè, in altre località pure avavano luoghi funzioni analoghe. Troviamo nel Dizionario del Moroni, la minuta descrizione delle solennità colle quali gli Ebrei di Corfù festeggiarono la nomina di un nuovo arcivescovo. Allorquando nel 1780 Francesco Maria Fenzi, fece il suo ingresso solenne in quella città, gli Ebrei gli prepararono uno spettacolo propriamente originale. Apriva la marcia un Ebreo vestito all’italiana, col bastone del comando, e gli tenevano dietro tre altri, con lunghi bastoni, i quali rappresentavano i patriarca; seguivano dodici giovanetti, abbigliati all’italiana, i quali raffiguravano le dodici tribù, ed avevano tutti in mano un pomo d’argento; venivano poscia dieci altri giovani, con mantello sulle spalle, i quali rappresentavano i dieci rabbini savi, conservatori della legge mosaica ai tempi dei Cesari. Seguivano ancora altri undici giovanetti, che portavano mazzi di fiori, i fratelli di Giuseppe, accompagnati da quattro servitori, quasi fossero per presentarsi al re Faraone. Seguivano otto uomini, i quali portavano vasi e palme, gli otto conservatori del precetto della circoncisione; quindi ventiquattro Ebrei, il doppio del numero delle tribù, con bacini e vasellami d’argento, e guanti nelle mani che raffiguravano il fiore d’Israello. Seguivano ancora quattro Ebrei, con voluminose parucche, e bastoni; un gruppo di quarantotto Ebrei con berettone di pelliccia, fra i quali sei cantori che cantavano salmi; poscia una quindicina di giovanetti, i quali portavano sul petto l’Urim ed il Thumin; poscia un nuovo gruppo con frutti e palme, finalmente di bel nuovo altri cantori. Venivano dopo i quattro grandi sacerdoti Mosè, Aronne, Davidde, e Salomone, a cui tenevano dietro i leviti. Poscia i tre giovanetti della fornace ardente. Chiudeva la marcia un gran rabbino decrepito, il quale pareva la quaresima ambulante,