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84 ii - i rimatori lucchesi

X

Ella ha in sé ogni cosa piacente, ogni valore, ogni conoscenza.

Vostra piacenza — tien più di piacere
d’altra piacente; però mi piacete.
E la valenza — avete in più valere
d’altro valor; però tanto valete.
Se caunoscenza — avete in caunoscére,
che caunoscenti cose cognoscete,
non è parenza — ch’ai vostro parere
s’aparegiasse; si gaia parete.
Altèra sovra l’altre inalturate,
lo meo volere vói ciò che volete;
cosi vostra volenza a sé mi trai.
Chera sovra l’altre rischiarate,
d’uno sprendore sprendente isprendete,
che più risprende che del sol li rai.

XI

Molti amano non ricompensati, e il poeta è fra questi; ma sarebbe cortesia
che il suo amore fosse un giorno veramente compreso.

Ne l’amoroso foco molti stanno
a grande ’nganno — per la vanitate,
per li amorosi detti lor che fanno
e nulla sanno — de la ventate.
E molti son, che non dicon né danno;
e molti stanno — sanza poetate;
ed io son d’esti molti, eh ’a ciò vanno
con grand’afanno — e con diversitate.
E son perseverato in questo ardore
con fermo core — e non son meritato,
che lung’usato — m’ha fatto natura.
Ma ben sarebe cortesia d’amore
se ’l gran calore, — ond’io sono alumato,
fosse incarnato — si com’è ’n figura.