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questo. Deve essere in essa l’esercizio attivo delle facoltà rispondenti all’educazione e al temperamento di chi la intraprende; la mente dello storico non è semplicemente un recipiente entro il quale si distilli la storia del passato. Un concetto dello storico non molto dissimile da questo hanno invece, a mio avviso, i sostenitori dell’imparzialità i quali considerano lo storico, in quanto veramente tale, come un semplice medium, dolendosi perciò dell’influenza della sua attività personale come di cosa atta a falsare quanto egli riferisce. Io invece asserisco ch’egli non può spogliarsi della sua personalità e che il pretendere l’opposto è una semplice affettazione.

Mi si potrà, però, domandare: Non è forse desiderabile proporsi un ideale, pur quando esso sia irragiungibile? E la imparzialità non è un ideale al quale si deve mirare? Personalmente, io dubito della utilità di avere un ideale ove questo non ci aiuti a notare e correggere le nostre imperfezioni. L’imparzialità è un principio in certo senso negativo e non facilmente applicabile. In nove casi su dieci non si è consci della tendenza di cui si subisce l’influsso, e non si può quindi cercare di correggerla. E l’affettazione dell’imparzialità non è scientifica perchè porta ad ignorare e trascurare il pericolo delle tendenze inconscie.

Ciò che importa di più, è che siano messe in luce le qualità personali dello storico in modo che gli indagatori posteriori possano eliminarle dalla sua opera: lo studioso, consapevole allora delle limitazioni, così venute alla luce, potrà sforzarsi di coreggerle.


I.


La mia tesi, dunque, è questa: doversi, per quanto riguarda l’indagine scientifica, anzichè tentare di sopprimere la personalità dello scrittore, lasciare campo liberissimo all’azione delle sue qualità personali, notando accortamente quali siano. Se la storia ha da essere uno studio vivo, bisogna che ad ogni passo sia piena della personalità dello scrittore, affinchè i lettori, i critici, e forse anche lo scrittore medesimo, possano afferrarne le limitazioni.

a) Possiamo applicare questo principio ai vari passi dello studio storico. È probabile che la maggior parte degli storici abbiano creduto di essere imparziali esponendo come