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a un dato limite tanto nel senso delle ascisse che in quello delle ordinate.

Se al disopra o al disotto di questa serie così concatenata di rettangoli se ne disegnassero altri, concatenati nello stesso modo fra loro, ma non aventi nessuno alcuna loro porzione, in ispecie affettiva, in comune con qualcuno di quelli della prima serie, questa seconda serie starebbe a rappresentare una serie di stati psichici, x, y, z,..., coscienti essi pure l’uno rispetto all’altro, ma incoscienti rispetto alla serie principale a, b, c,..., costituente la «coscienza» propriamente detta dell’individuo; essi starebbero perciò a rappresentare, rispetto a quest’individuo, una breve serie di stati incoscienti, costituenti un principio di sdoppiamento della sua personalità. Invece, due serie di rettangoli, una prodottasi in un dato periodo di tempo e l’altra in un altro anche distante dal primo, potranno, purchè qualcuno della prima serie abbia una qualunque porzione affettiva in comune con qualche altro della seconda, venire considerati come una serie sola.

Brevi serie di stati incoscienti, costituenti un principio di sdoppiamento della propria personalità, sono, come è noto a tutti, oltremodo comuni anche negli individui normali.

Durante il mio soggiorno estivo a Riva Valdobbia, ai piedi del Monte Rosa, ero uso fare tutti i giorni il sentiero mulattiera di Ca’ di Janzo. La discesa, in ispecie a quei tempi, era piuttosto scoscesa e accidentata, bisognava talvolta saltare da un grosso sasso all’altro, alcuni dei quali erano anche malfermi, cosicchè bisognava guardar bene dove si metteva il piede. Le prime volte tale discesa mi divertiva per le sue stesse piccole difficoltà e riusciva a tener sempre desto l’interesse che ponevo nel superarle; riconoscevo uno ad uno i sassi principali già incontrati nelle altre mattine, e se mi rammentavo che il giorno precedente questo o quel sasso aveva traballato sotto il mio piede e minacciato di ruzzolare giù prendevo le mie precauzioni perchè la cosa non succedesse di nuovo. A passeggiata terminata, tutti i fatterelli della discesa, tutti i miei passi e salti più difficili mi ritornavano alla mente, mi apparivano come «coscienti».

Tale passeggiata mi serviva nei primi giorni di gran riposo dalle mie solite meditazioni, perchè non m’interessavo ad altro. A poco a poco, però, questo interesse e la preoccupazione delle piccole difficoltà da superare diminuirono tal-