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372 rivista di cavalleria


Pegaso, il cavallo alato, nacque nella cervice di Medusa, ingravidata da Nettuno, però altri lo dissero nato sul monte di Boetia dal sangue di Medusa uccisa da Perseo.

La mitologìa parla di Pegaso, cavallo velocissimo che fu donato da Nettuno a Bellorofonte per vincere il mostro con tre teste, detto Chimera.

Si narra da Strabone che il cavallo Pegaso si fermò primieramente sopra un monte di Boetia, dove con le unghie percuotendo un sasso, fece scaturire una fontana d’acqua viva, detta Hippocrene.

Bevendo a quella fontana, il cavallo Pegaso fu preso da Bellorofonte e destramente domato, avendogli Pallade fatto dono d’una briglia d’oro.

Così Bellorofonte fu stimato il primo fra gli uomini che fosse andato sopra un cavallo, e fu lui pure il primo che adoperò la briglia.

Ovidio disse che a Pegaso:

Sovra le nubi e presso a l’alte stelle
Scorrendo, il ciel fu terra e penna il piede.

La favola di Pegaso dimostra in quale gran conto di velocità fosse ritenuto il cavallo primitivo.

Lattantio invece afferma, che essendo incognito l’uso dei cavalli, ed avendone il mondo gran bisogno, Nettuno ne produsse, battendo la terra col suo tridente.

Virgilio ripete tale affermazione cantando:

E tu Nettuno, dal cui gran tridente
Già percossa la terra, fuor si vide
Prima produrre il bel destrier fremente.

L’invenzione del frenare e maneggiare i cavalli, secondo Virgilio, si deve attribuire ai Lapiti Peletroni di Tessaglia, prima della guerra di Troia, sebbene secondo altri, i Lapiti non avrebbero che perfezionato l’arte di cavalcare, già inventata da Bellorofonte.

Racconta Platone che gli uomini di Tessaglia furono sempre