Pagina:Rivista di cavalleria (Volume VII, 1901).djvu/509

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ANCORA E SEMPRE NON ESAGERIAMO




Chiunque abbia letto il lavoro originale e coscienzioso del tenente Caprilli, sull’equitazione di campagna, avrà dovuto convincersi una volta di più che il Caprilli non è solo un distinto e brillante cavaliere, ma altresì un profondo conoscitore delle teorie e raffinatezze che informano il sistema d’equitazione che egli coltiva con tanto amore e perseveranza.

Analizzando però quel lavoro serenamente, senza lasciarsi, cioè, trasportare da quello stato morboso di suggestione al quale si ispira troppo sovente la critica in arte, sorgono spontanee due domande:

1° Saranno le teorie esposte dal Caprilli così facili, semplici ed attuabili come sembra a tutta prima?
2° L’intero sistema risponderà alle molteplici esigenze ed allo scopo che si propone l’equitazione militare?

A scanso di equivoci mi affretto a dichiarare che non intendo menomamente di voler mettere in dubbio la bontà delle teorie esposte e tanto meno l’utilità che ne potrebbe derivare all’equitazione di campagna quando fossero da tutti ben comprese ed altrettanto bene applicate.

Anzi, affinchè non vi sia chi mi fraintenda, chiarirò anche meglio la mia idea aggiungendo che il Caprilli ha pure il merito d’aver saputo mettere sotto forma semplice e, dirò così, popolare, teorie che non saranno invece tanto semplici, attuabili ed alla portata delle intelligenze comuni, come egli vuol dimostrare per far trionfare un sistema che, nella pratica applicazione, urterà invece contro scogli non facili a superarsi.

E il fenomeno si spiega facilmente perchè il Caprilli, dettando il suo lavoro, ha dimenticato che egli appartiene alla classe degli specialisti o meglio ancora dei virtuosi, in arte, i quali, dotati da natura di