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326 | giovanni mulazzani |
ticolo precedente. E quegli il quale ne dubitasse, o ne fosse sorpreso, regolando l’occhio dai moderni scudi e dai loro valori in paragone dell’oro legga la grida del 1548 di Ferrante Gonzaga capitano generale e luogotenente dello stato di Milano dove scudi soletti di Franza Milano et Genoa si rinvengono tassati L. 5,121, ed a persuadersene poscia scientificamente ricorra alla nostra rubrica di Carlo V in fine, dove coll’analisi di queste due o di altre monete allora correnti ho dimostrato, che la stessa proporzione di 11: 1 dell’argento all’oro è loro comune nel depurato peso metallico rispettivo, che è quanto dire, che lo scudo d’argento contiene 11 parti di più dell’oro.
SCUDO — Denominazione generica data alle monete grosse d’argento pesanti un’oncia all’incirca fabbricate generalmente in Europa coi tesori del Nuovo Mondo nella seconda metà del secolo XVI, e mai sempre dopo, siccome fu ragionato da principio in questi prolegomeni, e si è veduto di sopra coi ducatoni e filippi nostri del dominio spagnuolo, che in sostanza ne tengono il posto. Da noi per altro non si hanno nella tariffa i primi scudi che da Maria Teresa del 1778 pesanti nostri antichi denari di marco 18 + 14/24 coi mezzi in proporzione al titolo di 0,896 col valore di L. 6 milanesi. Altri scudi vi sono oggi austriaci, e mezzi in proporzione, al titolo di 0,900 del valore di L. 6 e di L. 3.
SEMPREVIVO — Cosi nominato da un’impresa sforzesca mostrante un tal fiore verde tutto l’anno, ideata dal duca Massimiliano, quando si trovò riposto per breve