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studii economici sulle monete di milano | 327 |
tempo sul trono de’ suoi maggiori mercè l’aiuto degli imperiali nel 1512, e realizzata da suo fratello Francesco n, allusiva al risorgimento di quella dinastia operatosi nel 1530, dopo le tante sventure sofferte per le due conquiste francesi, e per l’occupazione militare dei tedeschi; peso d. 4, tit. 0,640, valore soldi 10.
SESINO — All’editto famoso nella storia monetaria nostra del conte di Virtù, che ci conviene ripetere tante volte, dobbiamo di essere informati in modo autentico di questa moneta, che però sotto nome di grossello esisteva ai tempi dell’arciv. Giovanni. Continuata come il soldo fini egualmente senz’onore in rame. Il peso del primo sesino che si conosce indubitato del re di Francia Luigi XII (non potendosi accertare i precedenti viscontei e sforzeschi, che si leggono nella loro tariffa) è di gr. 19 al titolo di 0,218 contenente perciò argento gr. 4,276; l’ultimo è spagnuolo del 1659 regnando Filippo IV. il quale a rigore del peso di gr. 26,636, è dell’infima bontà di 0, 083333, non rinserra che gr. 2,219. Ommetto il sesino ristampato nel 1777 diventato ignobile al pari del soldo.
SESTINO — La più piccola moneta in rame ella è questa, che fece parte del sistema di Maria Teresa. Dalla sua etimologia esprimente sei denari qualcuno senza vederla potrebbe argomentarla del valore di mezzo soldo; cioò di un sesino. Ma egli s’ingannerebbe, significando il sestino per volontà sovrana 1/6 di soldo, due denari e non più, come consta dalla tariffa annessa alla grida 25 ottobre 1778, e dal suo peso proporzionale col soldo e sesino. Affatto inutile del resto riuscì nella contrattazione plateale, non avendola io giammai, che segno da quel tempo o