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il medaglione romano 273

che più tardi fu sostituito da una somma fissa, sufficiente per pagare la cena ossia il pasto principale della giornata. Tali sportule venivano distribuite specialmente nelle feste di famiglia, per il natalizio del patrono, o quando egli si faceva radere la barba per la prima volta, o in occasione del suo matrimonio, o il giorno in cui entrava in ufficio.

In quest’ultima occasione e in altre feste, anche i Consoli al tempo dell’Impero solevano distribuire danaro ed altri doni; quelli in danaro tuttavia dovevano essere in argento e non in oro. Cosi pure, ciò che per noi costituisce una circostanza importante, vediamo che vengono distribuite sportule da coloro che opus publicum dedicant, come per la consacrazione di edifici, la fondazione di istituti, ecc. Infine, si trova ricordo dell’uso di distribuire piccoli doni in danaro agl’invitati delle feste, fossero pure persone altolocate e matrone distinte; e non è inverosimile che questo uso esistesse anche a corte, quantunque ce ne manchino le prove.

I banchetti pubblici dati dall’imperatore, che sotto Nerone furono sostituiti da danaro (sportule) e più tardi ricomparvero bensì, ma soltanto per poco, si tenevano in occasione del natalizio dell’imperatore, di feste religiose, di giuochi, di trionfi, di solennità funebri. Ora, le rappresentazioni che si veggono sui medaglioni si riferiscono appunto a tali occasioni, soltanto sono più svariate, e poiché hanno rapporto colla vita pubblica e col governo, anche più importanti. L’insediamento del Cesare come Pontifex e Princeps juventutis, il suo matrimonio, la nascita de’ suoi figli, poi la salita dell’Augusto al Campidoglio pel capodanno, i sagrifici votivi per l’assunzione di un nuovo consolato o pei giubilei del regno, più tardi il primo ingresso in città, poi la partenza pel campo, le feste per le vittorie, il trionfo, di quando in quando l’inaugurazione d’un tempio, finalmente la Consecratio, queste sono le raffigurazioni che troviamo più frequentemente sui medaglioni di tutti i regni, sia che tali avvenimenti si veggano rappresentati sotto il velo di divinità od allegorie, oppure invece in modo realistico.

L’analogia fra le occasioni in cui venivano distribuite