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compendio storico di quindici zecche italiane 359

commerciante, non sia stata oziosa; ed un fiorino si credette di fatti da Muratori potergli appartenere, ma ciò non è sicuro; nè comprovato si è altro pari nummo parimente da me raccolto, che potrebbe essere tanto suo proprio che dei tre fratelli Matteo, Bernabò e Galeazzo Visconti, che gli succedettero per alcuni mesi.

Quelle monete di Genova, che indubitatamente si frammischiano colle milanesi, principiano dal nostro duca Filippo Maria, che s’impadronì di quella città nel 1421. Col suo nome se ne hanno in tutte tre le sorta ordinarie di quella età; l’iscrizione così suona: Fi. M. Dvx Med. ac Ianve D.; l’insegna viscontea posta sul vertice le palesa a prima giunta per nostre, le piccole in biglione, eccettuate, che ne sono mancanti. Al cavaliere Litta siamo debitori, se contemplar le possiamo di un sol colpo ottimamente incise dal vero, mentre prima era d’uopo pescarle, sfigurate qua e là, in più scrittori, o rintracciarle nei musei per esser certi di conoscerle tutte.

Così operato egli avesse a riguardo di tutte quello dei duchi Sforza, che si distendono da Francesco I, che si rese padrone di Genova nel 1464, ai tre suoi successori Galeazzo Maria, Giovanni Galeazzo e Lodovico Maria, che se ne tennero la signoria fino al 1499; e tanto più ciò era desiderabile, perchè al merito principalmente isterico aggiungono le sforzesche1 sopra le viscontee monete, il pregio dell’arte portato al sommo grado.

  1. Numerose pubblicazioni uscirono in questi ultimi anni ad illustrare le monete battute a Genova da principi milanesi. (Vedi Saggio di Bibliografia cit.) La più importante sotto questo rapporto è la seguente: Dell’origine della Zecca di Genova e di alcune sue monete, dell’illustre D. Promis. (Torino 1871 in-4, con 5 tav.)

    (F. ed E. G.)