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di Lodovico il Moro e del piccolo Massimiliano Sforza (questi ultimi due miniati nel Libro del Jesus della Biblioteca Trivulziana), abbia eseguito anche il ritratto della consorte dell’imperatore, Bianca Maria, non sarebbe cosa improbabile per sé stessa, ma si desume inoltre da una a dir vero incompleta notizia di Marc’Antonio Michiel, il cosidetto Anonimo del Morelli1. Si tratti poi di questo quadro da lui accennato, che una volta si trovava nella casa di Taddeo Contarini in Venezia, o si tratti di un altro, il che è indifferente, fatto si è che in una raccolta privata a Berlino si è scoperto un ritratto di questa principessa, il quale, secondo ogni probabilità, dev’essere opera di mastro Ambrogio2. Esso la rappresenta in una veste attillata di broccato pesante, con cintura e monile di squisito lavoro, con una ricca reticella tempestata di perle e di pietre preziose, e coi capelli raccolti e strettamente attorcigliati in una treccia prolissa che scende lungo la schiena, ed intorno a cui è ravvolta, per tutta la sua lunghezza, una fila di perle. La regina ha questa treccia, che arriva sino alle calcagna, anche in un ritratto della Collezione Ambras di Vienna, ch’ò la copia di un dipinto originale italiano, in cui Bianca Maria è rappresentata in un abbigliamento meno pomposo, ma sotto un

  1. Notizia d’opere di disegno pubblicata e illustrata da D. Jacopo Morelli. Seconda edizione per cura di Gustavo Frizzoni (Bologna, 1884), pag. 166.
  2. Bode, Ein Bildnis der zweiten Gemahlin Kaiser Maximilians Bianca Maria Sforza von Ambrogio de Predis, nel Jahrbuch der königl. preussischen Kunstsammlungen, vol. X (1889), pag. 71 e seg., in cui il ritratto è anche riprodotto in fotoincisione. Cfr. Lermolieff, Kunstkritische Studien, pag. 243 in nota.