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medaglie italiane del 1889 273

22. — Diam. mm. 34 (con appiccagnolo e anello per appenderla a nastro).

D/ — Fra due rami di alloro, incrociati, statua di Silvio Pellico (quale si vede sul monumento erettogli in Saluzzo). In basso, a destra: Tacconet.

R/ — Nel campo, in tre righe: NASCITA — SILVIO PELLICO — SALUZZO. Rosetta. In alto, ad arco: RICORDO I° CENTENARIO. In basso ad arco fra due stelle a cinque punte: 25 GIUGNO 1889.


Al nome del mite poeta e filosofo di Saluzzo, nessun altro potrebbe meglio tener dietro, che quello del buono, generoso, fidente abate Antonio Rosmini Serbati. Il fondatore insigne della scuola rosminiana fu onorato, nell’estate del 1889, non di una medaglia, propriamente detta, ma di un bel medaglione, misurante 20 centimetri di diametro, ed il cui modello in legno fu eseguito dal sig. Giovanni Cassina, che nella scoltura in legno, ha fama meritata di artista valente.

Il medaglione è questo:

23. — Diam. mm. 196.

D/ — Busto a sinistra, in abito religioso, testa nuda. In giro, ai lati: A. ROSMINI — SERBATI.
Senza rovescio.

L’effigie del Rosmini, riprodotta in questo medaglione, fu tolta — con qualche modificazione in riguardo al rilievo — da una cera modellata dal vero, assicurasi, dallo scultore Nesti, ed ora posseduta dal cav. Cesare Saldini. Compiutosi dal Cassina il modello in legno, la fusione in bronzo fu fatta dall’artista Pietro Trocchi, ed i medaglioni fusi furono, la prima volta, 60. L’idea di gettare questo medaglione venne al Cassina, dall’iniziarsi di una sottoscrizione, tutt’ora aperta, per raccogliere i fondi necessari per l’erezione in Milano di un monumento in onore del Rosmini. I 60 medaglioni