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zecchino di papa paolo ii battuto un spoleto 359


Nel nono secolo si hanno per Spoleto i danari di Guido III, duca di Spoleto nell’880, che poi nell’889 fu eletto Re d’Italia, e quindi li 21 febbraio 891, dal Papa Stefano VI, coronato imperatore d’Occidente; ed a questi fanno seguito quelli battuti da Lamberto di lui figlio, parimenti Duca, Re, e coronato poi li 27 febbraio 892, imperatore da Papa Formoso.

Cessato il dominio ducale, Spoleto sotto l’alta protezione della Chiesa, coniò pure moneta coll’effigie de’ Santi suoi protettori Giovanni e Ponziano; il che è prova dell’autonomia che seguitava a godere. Ed assodatasi in modo più deciso e potente la sovranità de’ Pontefici, le monete spoletine recarono il nome del Papa regnante per circa un secolo, cioè dalla metà del quattrocento, alla metà del cinquecento, sotto Pio II, Paolo II, Giulio II e Leone X. Al principio di quest’ultima fase della numismatica spoletina appartiene lo zecchino che ha dato occasione al mio dire.

Taluno opinò che questi zecchini siano stati coniati in Roma, essendovene molti altri somiglianti per Roma, come per altre città; e fra quei 350 all’incirca, rinvenuti nell’agosto passato, come sopra ho detto, oltre li due inediti di Spoleto, ve ne sono altri due inediti col nome di Ancona e di Mantova, aventi lo stesso tipo.

Questo fatto peraltro della somiglianza dei tipi trova la sua ragione negli editti pontificî che prescrivevano alle città soggette al dominio della Chiesa ed agli zecchieri, non solo la forma, il peso e la bontà, ma eziandio la rappresentazione delle imagini, e di qualunque altra cosa da incidersi, e molto più nel costume, che avevano gli stessi zecchieri, di fornirsi dei conii dai medesimi artefici che lavoravano nella zecca papale.