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due ducati d'oro di maccagno 379

quella del ducato olandese, ma al motto usuale di quella moneta: CONCORDIA • RES • PARVÆ • CRESC(unt), fu sostituita l’altra che ha un senso analogo: VIRTVS • VNITA • FORTIOR • EST •

Del resto il Mandelli, imitando il ducato olandese, non aveva fatto che seguire l’esempio di molti altri principi italiani contemporanei, famosi per le più spudorate contraffazioni. Già prima di lui, ossia nel 1609, Camillo e Fabrizio d’Austria, conti di Correggio, avevano in quella loro zecca copiato quel tipo1, Poco tempo dopo, ossia nel 1612, Agostino Spinola coniava nella sua zecca di Tassarolo un simile ducato2, e lo stesso faceva Scipione Gonzaga nell’officina di Bozzolo3. Più tardi, ossia nel 1686, imitava quella moneta Antonio Gaetano Trivulzio coniando a Retegno il ducato4 e il doppio ducato

Del resto, se pochi furono i principi italiani che copiarono esattamente il ducato delle sette Provincie, molti altri contraffecero di preferenza il tipo più antico, propriamente detto ungarico, oppure quello adottato da alcune città libere della Germania. Tutti poi s’accordarono mirabilmente sulla frode del titolo, talché non si trova una sola di queste contraffazioni italiane che si avvicini alla bontà dei ducati ed ungari imitati.


  1. Bigi Quirino, Di Camillo e Siro di Correggio e della loro zecca. Modena 1870: in 4. Pag. 62, n. 8; tav. II, 8.
  2. Olivieri A., Monete e medaglie degli Spinola di Tassarolo, Ronco, Roccaforte, Arquata e Vergagni che serbansi nella R. Università e in altre collezioni di Genova. Ivi 1860, in 4. Pag. 89-90, tav. III, 2.
  3. Zanetti G. A., Nuova raccolta delle monete e zecche d’ Italia. Tomo III, pag. 178. — Promis D., Monete di zecche italiane inedite. Torino 1868 in 4. Pag. 10-11, tav. I, 6.
  4. Gnecchi F. e E., Le monete dei Trivulzio. Milano, 1887, in 4, Pag. 37, tav. VII, 4.