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due ducati d'oro di maccagno 381

sulle Monete di Dezana1, pubblica un ongaro anonimo, il quale contiene appunto, disposti nello stesso modo, i due motti del nostro ducato. La sola differenza sta nel guerriero, il quale non ha il fascio di spighe, e tiene colla sinistra la spada appoggiata in terra a guisa di bastone. L’autore attribuisce questo ongaro a Carlo Giuseppe Tizzone, perché questi coniò un ongaro di tipo identico e di sicura attribuzione2.

Per la medesima ragione di analogia io propongo di attribuire questo mio ducato anonimo a Giacomo III Mandelli.

Senza dubbio questi due ducati sono fattura dello stesso incisore, tanto si assomigliano fra di loro nei caratteri, nel disegno della figura, e nei fregi che ornano il quadrato. Anche la bontà di questo ducato anonimo, assaggiato alla pietra, corrisponde perfettamente a quello dell’altro anzidescritto. Probabilmente il Mandelli, dopo aver coniato il primo ducato che porta chiaramente il suo nome, volendo continuare nella sua vergognosa speculazione, e assicurarsi in pari tempo l’impunità, avrà pensato, come

  1. D. Promis, Monete della zecca di Dezana. Torino, 1863, in 8° Pag. 67, tav. VIII, 2.
  2. Ecco i due ongari pubblicati dal Promis, alla tav. VIII dell’opera citata, e da lui attribuiti al Tizzone. Il primo appartiene indubbiamente al Tizzone; l’altro è perfettamente anonimo.