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Soppressione della zecca di Milano ? — Già nel 1878, dopo soppresse le altre sette zecche esistenti nelle diverse Provincie, che formarono il Regno d’Italia, s’era parlato di sopprimere anche questa di Milano, per attenersi all’unica di Roma; ma la voce autorevole del Prof. Bernardino Biondelli1 direttore del R. Gabinetto Numismatico di Brera, sorse a combattere tale progetto, dimostrando l’insufficenza di quella di Roma, la quale era allora, quale è ancora al giorno d’oggi, la vecchia zecca papale, già insufficente per la coniazione del piccolo stato pontificio ; e provando invece l’immensa superiorità di quella di Milano. Il progetto fu quindi abbandonato.

Nello scorso agosto delle false idee di economia fecero mettere di nuovo la questione sul tappeto, e di nuovo si minaccia di distruggere questa che fu una delle più insigni fra le zecche italiane, e che ancora oggi possiede un macchinario che può gareggiare con quello delle migliori zecche d’Europa. Senza rifare qui la storia economico-artistica della zecca di Milano, splendidamente ed efficacemente tracciata dal Biondelli nella citata memoria, non sarà inutile dare qui uno stato di servizio della zecca milanese, onde da quanto produsse si possa argomentare quanto è in grado di produrre, e ognuno possa giudicare quanto improvvida possa essere la minacciata soppressione. I dati seguenti certo non sono che approssimativi, mancando pei tempi addietro i registri originali; ma sono il riassunto degli studii e dei dati ammessi dall’insigne numismatico Conte Mulazzani, dall’ex direttore della zecca Cav. Canzani, dal Biondelli, dal Sacchetti, e finalmente dagli annuarii del ministero delle Finanze o dai registri di Zecca, per quanto riguarda l’ultimo periodo dal 1862 fino al 1891.


  1. La Zecca e il Gabinetto numismatico di Milano. Lettura fatta all’Istituto Lombardo di scienze e lettere, e pubblicata nel vol. V dell’Archivio storico Lombardo, 1878.