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282 francesco gnecchi

nacquero tutte le successive confusioni, perchè nulla di più naturale che andare di errore in errore quando si parte da un primo punto sbagliato.

Vale la pena di accennare ancora una volta i caratteri, ai quali si dovrebbe riconoscere un Medaglione, nel senso volgare della parola, per vedere di portare un po’ di luce, se non nella questione dell’essenza del medaglione, che ora non ci tocca se non indirettamente, e che però in certo modo viene illuminata di riflesso, almeno nell’altra più positiva, che trattiamo, della classificazione del bronzo imperiale.

Questi caratteri mi pare si possano ridurre a tre:

I. Mancanza delle lettere S C.
II. Dimensioni superiori a quelle del gran bronzo.
III. Arte e rilievo superiori a quelli della moneta comune di bronzo.

Ora, se quest’ultimo requisito si riscontra sempre o quasi sempre, gli altri due sono tutt’altro che costanti. Parecchi pezzi, aventi tutti gli altri caratteri del medaglione, hanno pure le lettere S C, e molti poi sono quelli che hanno dimensioni inferiori al gran bronzo comune, ed eguali o molto simili a quelle del medio bronzo, principalmente al tempo d’Adriano e d’Antonino Pio.

Lo stesso Cohen, colla grandissima pratica che aveva, e che gli è generalmente riconosciuta, non è riuscito a classificare molti pezzi di bronzo e dovette più volte ricorrere nella sua Descrizione Generale alle frasi dubitative: “Petit Médaillon ou M. B., Médaillon ou G. B.” Talora, riconoscendovi più i caratteri del Gran Bronzo che quelli del Medaglione, si servì della frase incerta e poco precisa: “G. B. frappé sur un flan de Médaillon” ed altre volte, vedendo