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170 | nicolò papadopoli |
rigere la bella raccolta che il Cav. Bottacin donava alla città di Padova, credette suo dovere di far conoscere le molte rarità che erano custodite in quel museo, e corredò tale lavoro con alcune tavole di quei bellissimi disegni, per i quali era già benemerito nelle opere di Promis, Brambilla, Lambros ed altri.
Più ancora delle raccolte pubbliche, sarebbe necessario che fossero conosciuti i tesori nascosti negli stipi dei raccoglitori privati, dove talora allo studioso è malagevole di arrivare. In ogni tempo qualche pubblicazione di questo genere fu fatta: ricordiamo p. es. a titolo di onore il Cav. Camillo Brambilla colle sue pregiate Annotazioni numismatiche. Ma non si è fatto quanto basta e molto campo rimane ancora inesplorato.
Anch’io, volendo predicare coir esempio e seguendo le traccie di quelli che ho più sopra lodato, ho pensato di riprendere il lavoro che avevo iniziato con le Monete inedite della zecca veneziana e delle Zecche minori dei Gonzaga1, per far conoscere, colla larga diffusione della Rivista italiana di numismatica, quei pezzi ignoti od imperfettamente riprodotti, che si trovano nella mia raccolta e possono contribuire a completare e perfezionare la suppellettile monetaria italiana dei tempi medi e moderni.
Non potendo dare a tale lavoro un ordine sistematico, lo dividerò in puntate, in ognuna delle quali saranno descritte monete o di una sola zecca o di più zecche, che abbiano fra loro qualche affinità e specialmente vicinanza topografica.
Darò prova in tal modo di coerenza alle mie convinzioni antiche e profonde, che mi fanno ritenere
- ↑ È mia intenzione ristampare quelle due Memorie, che rifondendo quanto in esse riguarda le zecche minori dei Gonzaga e quella di Venezia.