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della numismatica come scienza autonoma 31

e moderne in due classi: monete italiane, e monete straniere.

Nella trattazione della classe prima, aggrupperò geograficamente le cento e cento zecche disseminate un tempo per tutta l’Italia, delineando l’attività monetaria di ciascuna, attività che spesso dovrebb’essere argomento non ultimo di gloria per la sapienza civile e per la grandezza artistica del nostro paese.

Per la classe seconda, passerò rapidamente in rassegna le monetazioni estere, procurando di darne un’idea sommaria, ma astenendomi naturalmente dal diffondermi in particolari che sarebbero fuor di posto.

La bibliografia monetaria medioevale e moderna, sì italiana che straniera, si distingue per la immensa copia delle monografie, mentre vi scarseggiano i libri che trattino l’una o l’altra sezione della scienza in modo complessivo, e manca tuttora affatto una grande opera generale, come ne esistono per la serie antica greca e romana. Indicherò quindi per le varie sezioni quelle fonti bibliografiche le quali possibilmente si accostino al concetto di un’opera complessiva; in mancanza di esse, suggerirò allo studioso le monografie principali che illustrano le singole parti di ciascuna sezione.

Dopo aver tratteggiato, nelle sue linee generali, lo studio delle monete, dovrò parlare anche delle medaglie, perchè, come ho detto, non è possibile di escluderle dalla Numismatica, quantunque e per la natura e per lo scopo non abbiano, per lo più, attinenza alcuna colle monete. Che cos’è infatti la medaglia? Non è altro che un pezzo di metallo, coniato oppure fuso, il quale può bensì rassomigliare per la forma alla moneta, ma non è destinato a servire di intermediario nelle transazioni commerciali, ed ha invece lo scopo di commemorare un personaggio od