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della numismatica come scienza autonoma 33

altri monumenti metallici che hanno attinenza colle monete o colle medaglie.

Raggiunto per tal modo, se le forze me lo permetteranno, lo scopo ch’io mi prefiggevo, cioè di insegnare a dominare dall’alto, come dicevo testé, il complesso della Numismatica, sarà possibile ad ognuno, volendo, di continuare in questi studi, non più a tentoni, non più col timore di battere una falsa strada, o di ricostruire faticosamente ciò che forse è già stato fatto da altri, ma con quella franchezza ch’è propria di chi sa di avanzarsi su terreno stabile, colla nitida percezione del fine cui tende e delle circostanze fra le quali si muove.

Ognuno infatti, se non m’inganno, potrà formarsi allora un concetto, almeno approssimativo, della natura e dell’estensione di una determinata parte della Numismatica, delle condizioni nelle quali essa si trovi presentemente di fronte ai progressi della scienza; e scegliersi così un campo particolare di studi e di ricerche, a seconda delle circostanze, oppure ritrarsi in tempo da un assunto pel quale gli risultassero inadeguate le sue forze, rivolgendole invece ad una meta proporzionata ed opportuna.

Poichè, se da un lato la cognizione generale della Numismatica è la più valida salvaguardia contro i pericoli del cieco esclusivismo, dall’altro chi incomincia a dedicarsi alla nostra disciplina si accorge ben presto che per giungere a risultati veramente utili per la scienza occorre limitarsi ad un campo più o meno ristretto di studi, occorre che il dilettante di Numismatica generale divenga invece, come si suol dire, uno specialista.

Io confesso, del resto, di non poter comprendere il dispregio in cui alcuni dotti, trascinati da soverchio amore per la scienza pura, tengono il dilettantismo numismatico; io considero invece il dilettantismo come


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