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del possessore attuale del palazzo1. Ma la notizia, troppo succinta, non basta a far conoscere quale fosse veramente la medaglia, ora smarrita. Nulla vi si dice della dimensione, nulla di ciò, che vi si rappresentava così nel diritto, come nel rovescio. Inteso a far rilevare il tempo, in cui s’eran gettati i fondamenti e condotto a termine il palazzo, l’architetto si contentò di riprodurre la sola leggenda: ANNO • MDXXXX • CIVENNARVM • FAMILIA. Fu suo proposito cioè di far rilevare per essa che il palazzo s’era edificato non da’ Trissino, come credevasi, ma da’ Civenna, una famiglia salita allora in ricchezza per la mercatura, e non su disegno forse del Palladio, che nel 1540 contava ventidue anni, né si era rivelato ancora per opera alcuna, che dovesse farne presagire la futura grandezza2.

Ben altra fu la sorte della medaglia dissotterrata il 1828 sotto il plinto d’una colonna dell’atrio del palazzo Valmarana, costruito su disegno del Palladio in via Pozzo rosso. L’esemplare, del diametro di centimetri quarantadue, è custodito nel Museo Civico di Vicenza. Vi si rappresenta nel diritto il busto di una donna, volto a destra, col collo circondato d’una pezzuola inamidata, a crespe, e con la testa chiusa in una cuffia, dalla quale non esce nemmeno un capello. Si direbbe quasi che la donna, raffigu-

  1. Bertotti Scamozzi, Il Forestiere istruito, pag. 45. Vicenza 1761 e pag. 36. Vicenza, 1804. — Idem, Le Fabbriche e i disegni d’Andrea Palladio, Tom. I, pag: 105. Vicenza, 1796. — Vedi anche, Magrini, Memorie su Andrea Palladio pag. II, in note. Padova, 1845.
  2. Magrini, op. cit.