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del rame. Plinio dice che l’asse dell’impero era di rame puro (Cyprio suo assibus contentis) e tutti gli assi sono di quel metallo. Ma con Nerone un picciol numero di assi fu coniato in oricalco, e propriamente quelli col Genio augusto e con la figura di lui nelr atto che dava prova della sua abilità d’istrione, nella quale tanto bramava d’avere il primato. Le monetine in questione sono dunque assi, non però i soli assi ne dell’impero ne di Nerone. Accanto ad essi vi erano gli assi di rame puro, i quali non occorre studiare partitamente, essendo riconoscibili alla testa laureata. Nella serie di questi collocheremo alcuni bronzi dello stesso tipo delle monetine di cui ci occupiamo e quindi maggiori di modulo e di peso1; i quali bronzi, molto rari, hanno anch’essi talvolta il segno di valore che il Cohen credette di dover attribuire ad errore del monetiere2. Dunque al tempo di Nerone furono coniati gli assi di oricalco accanto agli assi di rame puro, e quelli dovettero avere, come metallo più raro, un peso minore di questi; gli uni pesavano in media 7 grammi, gli altri 12 grammi.

Giacché siamo a parlare di Nerone, qui, più che altrove, trova il suo posto una questione ben più grave, la questione dei così detti piccoli bronzi o frazioni dell’asse. Quali frazioni dell’asse furono battute nell’impero? Il Borghesi risponde che il semis trovasi da Augusto ad Antonino Pio e che il quadrans, almeno col nome degl’imperatori, non fu più coniato dopo Traiano3. Il Cavedoni non si diparte da quel che afferma il Borghesi4. Il Mommsen enumerando

  1. Cohen2 n. 191.
  2. Cohen2, Introduzione, p. XV.
  3. Borghesi, ap. Cavedoni, Numism. bibl., p. 134-136.
  4. Cavedoni, Numism. bibl., loc. cit.