Pagina:Rivista italiana di numismatica 1895.djvu/333

Da Wikisource.

contributo alla storia della moneta romana 319

le specie monetali coniate nell’impero, dopo aver citato il semis, dice che probabilmente fu coniato anche il quadrans1 e in una nota riferendo due passi, uno di Plutarco, l’altro di Gaio, i quali attestano l’esistenza dei quadrans, dice che non sono decisivi e se ne sbriga2. Difatti leggendoli accuratamente mi sono convinto che questi due passi sono così indeterminati, da non potersi punto riferire all’epoca imperiale più che all’epoca repubblicana; anzi quello di Gaio riguarda certamente questa. Io qui mi domando: trattandosi di una questione la quale riguarda monumenti che abbondano nei nostri Musei, perchè arzigogolare sulle testimonianze classiche? Facciamoci sul terreno dell’esperienza, interroghiamo e confrontiamo tra loro le monete, le quali, come ci hanno risposto pei dupondii e per

  1. Monn. Rom., t. III, p. 35.
  2. Il passo di Plutarco fu addotto dal Borghesi (ap. Cavedoni, Num. bibl., p. 135), come prova dell’esistenza del quadrans nell’impero. Il Mommsen negando giustamente ogni importanza a questo passo, perchè troppo vago, dice che se ne potrebbe addurre un altro di Gajo. In verità, io non vi leggo niente che si possa riferire all’epoca imperiale. Trascrivo l’uno e l’altro per maggiore chiarezza. — Plutarco, Cic., XXIX: Κατεμαρτύρουν δὲ τοῦ Κλωδίου πολλοὶ τῶν καλῶν κάγαθῶν ἀνδρῶν ἐπιορκίας, ῥᾳδιουργίας, ὄχλων δεκασμούς, φθορὰς γυναικῶν. Λεύκολλος δὲ καί θεραπαινίδας παρεῖχεν, ὡς συγγένοιτο τῇ νεωτάτῃ τῶν ἀδελφῶν ὁ Κλώδιος ὅτε Λευκούλλῳ συνῴκει. Πολλὴ δ᾽ ἦν δόξα καὶ ταῖς ἄλλαις δυοσὶν ἀδελφαῖς πλουσιάζειν τὸν Κλώδιον, ὧν Τερτίαν μέν Μάρκιος Ῥήξ, Κλωδίαν δὲ Μέτελλος ὁ Κέλερ εἶχεν, ἣν Κουαδρανταρίαν ἐκάλουν, ὅτι τῶν ἐραστῶν τις αὐτῇ χαλκοῦς ἐμβαλὼν εἰς βαλάντιον ὡς ἀργύριον εἰσέπεμψε· τὸ δὲ λεπτότατον τοῦ χαλκοῦ νομίσματος κουαδράντην ἐκάλουν. — Gaio, Inst., I, 122: Ideo autem aes et libra adhibetur, quia olim aereis tantum nummis utebantur, et erant asses dupondii, semisses, quadrantes, nec ullus aureus vel argenteus nummus in usa erat, sicut ex lege XII tabularum intellegere possumus; eorumque nummorum vis et potestas non in numero erat sed in pendere asses librales erant et dupondii; unde etiam dupundius dictus et quasi duo pondo, quod nomen adhuc in usu retinetur, semisses quoque et quadrantes pro rata scilicet portione ad pondus examnatii erant.