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346 ettore gabrici

troviamo nelle seguenti parole di un grammatico greco: ὀρείχαλκος, τό λευκόν χάλκωμα1; Se dunque χαλκός λευκός è l’oricalco, perchè di colore giallognolo, il χαλκός ἐρυθρός sarà senza dubbio il rame puro che è rossastro. E che tale differenza la facessero anche i Romani, Plinio lo attesta, parlando più volte dell’aes album che è la traduzione letterale del χαλκός λευκός e che ora sappiamo essere l’oricalco2.

Ma a quale metallo intendevano alludere i greci e i romani con questo rame bianco od oricalco? Un passo di Strabone ci mette sulle tracce di riconoscerlo. Nei pressi di Andira, egli dice, si trova un minerale che sottoposto a una temperatura diventa ferro, calcinato nel forno con una certa terra distilla del falso argento, combinato col rame diventa ciò che si chiama lega di rame, che alcuni chiamano oricalco3.

Il Rossignol, studiando il passo di Strabone alla stregua delle sue conoscenze scientifiche, dimostra che questo minerale è proprio quello conosciuto in Mineralogia col nome di calamina o cadmia fossile, dalla quale si ricava lo zinco e che unita col rame dà, mediante il processo della cementazione, quel metallo tanto comune che chiamiamo ottone. Trascrivo qui appresso le parole, con le quali egli commenta il passo del geografo: Quelle est cette pierre merveilleuse, qui produisait de si surprenants effets, qui engendrait le fer, le zinc et transformait le

  1. Pedias., ad Scut. Hercul., 122.
  2. Plin., Nat. Hist., XVI, 22; XXXIV, 26 et passim.
  3. Strab., XIII, p. 610. Ἔστι δὲ λίθος περὶ τὰ Ἄνδειρα, ὃς καιόμενος σίδηρος γίνεται, εἶτα μετὰ γῆς τινος καμινευθεὶς ἀποστάζει ψευδάργυρον, ἣ προσλαβοῦσα χαλκὸν τὸ καλούμενον γίνεται κρᾶμα, ὅ τινες ὀρείχαλκον καλοῦσι. Per l’interpretazione esatta di questo passo, che è quella data di sopra, cfr. Rossignol, Du metal que les anciens appelaient orichalque, p. 244- 251.