Pagina:Rivista italiana di numismatica 1897.djvu/55

Da Wikisource.

sull’erronea attribuzione al francia, ecc. 51

con pochi famigliari a tarda ora entrò privatamente per la Porta Maggiore a prender stanza nella Commenda de’ Cavalieri Gerosolimitani, detta la Magione, sprezzando i sinistri pronostici degli astrologi, onde lo volevano dissuadere dall’entrare in quel giorno. Saputosi l’arrivo suo, un’ingente moltitudine di popolo corse ad incontrarlo e ad applaudirlo, mentre dal pubblico Palazzo e dalle torri della città il rimbombo delle artiglierie e il suono delle campane davano segnali di esultanza e di festa.

Il giorno appresso, a quattro ore prima di sera, i Venti nuovi eletti del popolo in sulla soglia della casa, ove il Papa aveva pernottato, gli presentarono le chiavi della Città, alla presenza del Vescovo di Bologna, che gli diede a baciare la croce, come di rito; quindi salito sopra la sedia gestatoria, preceduto e seguito da numerosissimo e splendido corteo, del quale facevan parte ventidue cardinali, i duchi di Mantova e di Urbino, il prefetto di Roma, gli oratori dell’Impero, di Francia, di Spagna, di Venezia, di Firenze, di Genova, ed altri molti illustri personaggi, fu portato lungo le vie che da Porta Maggiore conducono alla Cattedrale, e da questa al pubblico Palazzo, passando sotto tredici archi trionfali, alla sommità de’ quali si leggeva; — A Giulio II trionfatore de’ Tiranni. — Bologna liberata dalla Tirannide. — A ciascun lato della strada sorgevano palchi a foggia di gallerie, ne’ quali vegliardi, matrone e fanciulle stavano ad ammirare la pompa. Armi, divise, pitture, festoni e fiori pendevano dalle finestre; tappeti coprivano le vie. Cento giovinetti patrizii uniformemente vestiti di seta, aventi nella destra un bastoncello dorato, alla cui sommità era una ghianda, emblema dell’impresa gentilizia del Pontefice, stavano attorno al magnifico baldacchino di broccato d’oro, sotto il quale seduto era il Pontefice; sotto altro baldacchino di seta bianca ricamato in oro era portato il Sacramento. Una selva di stendardi, nuvoli d’incenso, ceri, inni e concerti tutto concorreva a rendere splendidissima la solennità. A settantamila persone a piedi, oltre a dodici mila a cavallo fa ascendere il numero degli astanti Paride Grassi, che diresse il cerimoniale della festa, e che ce ne ha lasciato nel suo Diario una particolareggiata relazione. Quasi a notte pervenne il corteo alla