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Pagina:Rivista italiana di numismatica 1897.djvu/82

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78 carlo kunz

dall’Argelati, che n’ebbe comunicazione da Francesco Schiavini. Essa è di lega, come la precedente, e dal suo peso, che trovai di grammi 0,500, giudico essere la metà di quella, ossia un mezzo soldo. Offre consimili leggende, cioè, nel dritto. georgivs . benzonvs, e nel rovescio : dominvs . creme . 3'c, con uno scudetto d’ambo i lati, al principio di esse, il quale, non bene espresso nell’esemplare da me osservato, stimo essere l’arme del Comune, come nel bolognino. Lo spazio centrale, chiuso da un cerchio di perline, è occupato nel primo lato da una croce patente, e nel secondo da una grande g di forma gotica (Tav. II, n. 3). Nel disegno dell’Argelati la croce è inoltre accantonata da quattro punti che non rilevai nell’esemplare in discorso, di scadente conservazione.

Sono queste tutte le monete del Signore di Crema venute a mia conoscenza. Col tempo forse ne sorgerà qualche


    sé in cospicui medaglieri. Alcune sono imitazioni di monete esistenti, altre prette invenzioni. Resi avvertiti i raccoglitori per molti disinganni subiti, stanno ora più sulle difese, ma non per questo cessò la frodolenta industria, che anzi assottigliò l’ingegno e destreggiò la mano a nuove e più raffinate creazioni, ed avendo veduto che i coni adulterini facilmente venivano smascherati, si rivolse di preferenza all’alterazione delle leggende, mediante la quale monete comuni assumono le apparenze di rarissime. Delle falsificazioni venete ed aquilejesi farò apposito ragionamento in altra occasione, per ora basti questo cenno quale un primo avvertimento a chi spetta. Che se la frode non si rintanerà, ma vorrà persistere a suscitare l’indegnazione dei galantuomini, non mi periterò di essere più esplicito. Intanto, onde questo primo ricordo non resti privo di qualche pratica utilità pei troppo fidenti raccoglitori, segnalerò le seguenti contraffazioni di monete d’altre zecche d’Italia, prodotti quasi tutti della stessa ditta.
         1. Quattrino di Pier Luigi Farnese; quale marchese di Novara, simile a quello riportato dall’Anonimo (Pedrusi?), autore delle lettere sopra le zecche di Castro e di Novara, nella Raccolta del Zanetti, Tomo V, tav. XVII, n. 7.
         2. Soldo di Loterio Rusca, signore di Como; simile a quello pubblicato da Friendländer: Numismata medii aevi inedita. Tav. I, n. i.
         3. Piccolo di Treviso; del conte di Gorizia Enrico II.
         4. Grosso aquilino di Parma; quale vedesi nel Trattato delle monete Parmigiane dell’Affò, nel Tomo V dello Zanetti, tav. I, n. 13. L’esemplare ch’ebbero sott’occhio l’Affò ed il Zanetti, sciupato in parte