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XLIX.

UN SUPERBO SESTERZIO DI PLOTINA


trovato in Sardegna.


È unicamente sotto l’aspetto della sua straordinaria bellezza che offro nella Tavola III (N. 6) un esemplare del noto sesterzio di Plotina. Neppure fra i sesterzii comuni di Trajano o d’Adriano io non ne vidi mai uno che tanto si avvicini al così detto fior di conio, espressione di cui facilmente si abusa; ma che dovrebbe essere usata colla massima parsimonia pei bronzi di quest’epoca. Oltre alla conservazione irreprensibile, si aggiunga la purezza dello stile, la perfezione della modellatura, il conio riuscito completo d’ambe le parti e bene accentrato e si troverà in ciò la ragione di averlo presentato agli amatori come un modello di moneta perfetta.

Venne trovato in Sardegna una ventina d’anni sono e precisamente ad Olbia, presso a uno stagno, in una località da poco prosciugata e nella quale si rinvennero alcune altre monete contemporanee in mezzo ad una enorme quantità di calcinacci, pietrame e d’altri avanzi d’antichi fabbricati. La lunga permanenza nell’umido suolo conservò alla moneta il suo stato primitivo. Essa è completamente spattinata a guisa di quelle che escono dal Tevere e che i romani chiamano monete di fiume, e si presenta colla tinta naturale giallo-oro dell’oricalco e coir impressione del conio nitida e fresca quale usciva or sono pressoché diciotto secoli dalla zecca di Roma.

Non è quindi improbabile che la mia collezione possegga nel sesterzio d’Olbia, il più bell’esemplare attualmente conosciuto di questa rarissima moneta.

Francesco Gnecchi.