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Pagina:Roma Antica 4.djvu/25

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DI OTTAVIO FALCONIERI 13

terra, e da persone men note, come da un certo Cajo Salilo Arisleneto, da un altro Cajo Popillo Caro a tempo d’Antonino Pio, e finalmente anche da Liberti, come apparisce da quest’iscrizione.

VINICIO. COCTAEO, CALAT. 1
VII. VIR. EPVL. LIBERTO.
OPTIMO.       PATRONVS.

A’ quali cominciò forse ad accomunarsi, dappoiché Commodo prese senz’alcun riguardo a conferire le dignità anche più riguardevoli in persone vili, ed abiette: mentre por altro quella di Settemviro degli Epuloni essere stata fin ne’ tempi di Trajano in grande stima, pare che si raccolga da un luogo di Plinio il giovane,[Lib. 2. Ep. 2.] il quale scrivendo ad Adriano il successo dell’accusa fatta da lui in Senato con una lunghissima Orazione contro Mario Prisco accusato di peculato dagli Africani, conta fra le altre circostanze, che gli davano timore nell’orare in quella causa, la considerazione della qualità della persona, ciò ch’egli rappresenta con quelle parole: Stabat modo Consularis, modo Septemvir Epulonum, jam neutrum.

Rifiutata dunque quest’opinione, niun altra tanto verisimile me se ne appresenta, quanto quella di credere, che l’EPVLO in questo caso sia il cognome di C. Cestio preso nella sua famiglia a contemplazione del Settemvirato degli Epuloni, onore forse da essa frequentemente goduto, siccome da diverse dignità sagre essere stato uso di prenderlo si vede

  1. La parola Calatori, o sia Kalatori, scrivendosi tanto in una, che nell’altra maniera; non altro significa, che un Ministro pubblico, la di cui principal cura era di servire ne’ sagrifizj, e in altre cose sacre, ed anche per avvisare il Popolo ad astenersi da’ lavori in tempo delle Ferie publiche, come abbiamo dal Pitisco nel Lessico delle Romane Antichità, e viene bastantemente indicato dalla seguente Iscrizione, riferita dal Grutero nel Tom. 1. part 2. come esistente in area domus Cardinalis Cœsii.


    Q. CAELCILIO FEROCI KALATORI
    SACERDOTII TITLLIVM
    FLAVI ALIVM ec.


    (Not. V. Ed.)