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48 la roma sotterranea cristiana

causa, chiudendo un occhio sulla legalità o no della loro collegiale esistenza. Svolgendo pertanto l’egregio Autore con molta dottrina e critica questo punto, mette in piena luce la posizione giuridica della Chiesa dirimpetto allo Stato, e ne scuopre coi monumenti e con la istoria la relazione che essa ebbe, in que’ tempi nefasti, con l’impero, sino alla pace Costantiniana.

Dai monumenti epigrafici raccoglie ancora come i Cristiani aborrissero chiamarsi col pagano nome Collegium (società funeraticia), e l’altro perciò più volentieri assumessero di Ecclesia e Fraternitas.

Così formulate e stabilite le dottrine concernenti il punto sostanziale e giuridico della proprietà e amministrazione dei Cimiteri cristiani avanti e dopo Costantino, viene (cap. XVII) il ch. Autore a dire dei particolari e dello svolgimento successivo di essa. Non dell’amministrazione in genere; che già ne ragionò nel primo tomo1; ma della interna ed economica de’ cimiteri, sia rispetto a’ fossori, sia alle compre e vendite dei singoli sepolcri.

E ci apprende che papa Zeffirino, circa l’anno 197, diè nuovo ordinamento a cotest’amministrazione, preponendo il suo primo diacono Callisto al clero e Cimitero. Fabiano papa, sul finire della prima metà del sec. III, partì l’amministrazione ecclesiastica in sette regioni, diverse dalle quattordici regioni civili di Roma. Nè ognuna delle ecclesiastiche rispose esattamente a due delle civili; per modo che le XIV della Roma di Augusto corrispondessero alle VII ecclesiastiche, stabilite dal detto Pontefice, ed amministrate ognuna da un Diacono. E qui il ch. Autore tenta la difficile impresa di definire ciascuna delle sette ecclesiastiche del papa Fabiano, rispetto alle quattordici civili di Augusto.

Sette regioni, sette dunque gruppi cimiteriali; affidati ai sette diaconi; e ognuno dei cimiteri veniva assegnato ai preti titolari di qualche chiesa urbana. Intorno alla quale assegnazione il dotto Autore rettifica lo sbaglio del Deusdedit, canonista del secolo XI, seguito dal Mabillon e da altri moderni, i quali crederono le basiliche cimiteriali fossero titoli presbiterali. La verità è (e il de Rossi molto bene lo prova) che i preti in Roma furono sempre titolati di chiese urbane, e mai cimiteriali; ed a ciascun titolo urbano era assegnato il suo cimitero, ed ai posti titolari urbani era affidata l’officiatura nelle cripte e nelle basiliche cimiteriali.

In molte iscrizioni cristiane di Roma, si trovano ricordati i praepositi; l’ufficio dei quali era, come c’insegna il ch. Autore, di am-

  1. P. 197, 215-16.