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comune a chiunque si china sotto il giogo coniugale. Migliaia di sposi esistono, che la notte si coricano sopra strati in cui altri pure si coricarono, e che presti sarebbero a giurare che sono casti e incontaminati. La vostra sorte è meno crudele; chè ben è un essere scherno a tutte le malizie dell’inferno l’addormirsi senza sospetto fra le braccia di un’impudica, e spirar l’aure di una finta virtù. — No; quando una volta conoscerò bene me stesso, possederò il segreto di conoscere lei pure.

Ot. Oh! tu sei savio; nulla è più vero.

Jago. Volete ritirarvi un istante, e porgere attento l’orecchio? Mentre qui giacevate in preda al vostro dolore, e in positura disdicevole ad uomo quale voi siete, sopraggiunse Cassio. Recandogli del vostro deliquio una naturale cagione, lo accomiatai; ma egli promise di tornar qui a favellare con me. Nascondetevi sotto quell’arco; e di là osservate i sorrisi schernitori, l’aria sprezzante, i segni di beffa che si pingeranno in ogni lineamento del suo viso. Voglio condurlo sulla storia de’ suoi amori, e chiedergli come, in che luogo, da quanto tempo entrò in grazia della vostra donna, e quale avvenire si aspetti. Ma, lo ripeto anche una volta, limitatevi ad osservare i suoi moti: siate prudente, Otello; altrimenti mi costringerete a dire che foste generato nella passione e nella collera, e che nulla avete di ciò che è proprio dell’uomo.

Ot. Hai tu inteso, Jago? Sarò prudente, cauto... Ma, hai inteso?... mi tufferò nel sangue.

Jago. Di questo non vuol dubitarsi; a tempo debito però. Intanto ritiratevi. (Otello s’allontana) Così a Cassio farò parola di Bianca, la cortigiana che fa mercato de’ suoi vezzi. Colei è amante appassionata del giovine; chè questo è il castigo di simili femmine: ingannar cento, cioè, pel profitto d’un solo, il quale pure le inganna. Ogni volta che gli si favella di lei, ei si compone a gioviali maniere..... Eccolo..... Al suo sorriso Otello darà nelle furie; e cieco di gelosia, avrà ogni moto di Cassio in conto d’imperdonabile ingiuria. (rientra Cassio) Ebbene, luogotenente, come corrono al presente le vostre sorti?

Cass. Peggio di prima, dacchè mi date un titolo, la cui privazione mi uccide.

Jago. Attenetevi a Desdemona, e non dubitate del buon successo. (abbassando la voce) Oh! se questa grazia dipendesse da Bianca, come vi sarebbe facile l’averla!

Cass. Oimè! povera infelice...

Ot. (nascosto a parte) Vedi; già si allieta!